Ora Montezemolo lancia la sua contromanovra: in pensione a 67 anni

Il piano in dieci punti elaborato dal presidente Ferrari su ispirazione di Nicola Rossi, già consigliere di D’Alema

Ora Montezemolo lancia 
la sua contromanovra: 
in pensione a 67 anni

Una controproposta. Anzi, per dirla con le parole di Luca Cordero di Montezemolo (nella foto) e quelle del gruppo di pensatori e pianificatori che corrono nella sua «scuderia» di Italia Futura, dieci «proposte di correzione» alla manovra di Ferragosto presentata dal governo. Un'aggiustatina di tiro, che non si discosta poi così tanto, dai piani dell'esecutivo e che, puntualmente, forse proprio per questo motivo, ha già suscitato le reazioni polemiche della sinistra. Ma vediamole insieme, in rapida successione, le dieci idee del presidente di Ferrari, liberamente ispirate, a quanto pare, dal senatore Nicola Rossi, peraltro già consigliere economico di Massimo D'Alema.

La prima proposta è definita da Italia Futura «una patrimoniale a carico dello Stato e degli enti locali». Per rispondere a questa esigenza bisogna vendere il patrimonio immobiliare di Stato ed enti locali (dai 20 ai 40 miliardi di euro di valore), e privatizzare le partecipate del Tesoro (che oggi come oggi valgono qualcosa come cinquecento miliardi). Nella lista degli «ex gioielli» da vendere, compilata da «Italia Futura», figurano due delle tre reti Rai, Bancoposta, Sace, le concessioni Anas. La seconda proposta prende invece il nome di «contributo di solidarietà dalla politica». E prevede: l'abolizione e non l'accorpamento delle Province, partendo da quelle con meno di un milione di abitanti, quindi la riduzione a quindici membri del Cnel, e l'affidamento agli enti locali di tutte le funzioni pubbliche delle Camere di Commercio.

La terza e la quarta proposta riguardano il mondo e il mercato del lavoro. A cominciare dalle pensioni. Vanno abolite le pensioni di anzianità (con una certa gradualità, mediante un sistema di quote), tranne che per i lavori usuranti. Occorre provvedere all'equiparazione al massimo nel giro di dieci anni, dell'età pensionabile delle donne a quella degli uomini. Anticipare al 2016 l'innalzamento dell'età pensionabile a 67 anni. Per quanto riguarda il mercato del lavoro Montezemolo e il suo staff propongono di andare al «contratto unico»: tutti assunti a tempo indeterminato, ma tutti licenziabili per ragioni economiche od organizzative. Chi perde il posto avrà un'indennità.

Quinta proposta è quella di abolire il «contributo di solidarietà» e di mettere un'imposta patrimoniale permanente, con aliquota pari allo 0,5, per cento sui patrimoni superiori a 10 milioni e tetto pari a un milione di euro (escluse le partecipazioni in società non quotate ma non le immobiliari e le holding). Restando nel campo dei provvedimenti fiscali ecco il sesto punto che prevede regole fiscali stabili ma non nuove tasse sui capitali «scudati» o nuovi condoni. Mentre il settimo punto del «pacchetto» di Montezemolo è connesso alla lotta all'evasione fiscale il cui maggior ricavato dovrebbe venire destinato alla riduzione delle aliquote. Ottavo punto: aumento dell'Iva soltanto se riequilibrato da una riduzione per lo stesso ammontare del prelievo sulle imprese (a cominciare dall'Irap).
Nono punto le liberalizzazioni.

Nello specifico: separazione della rete gas dall'ex monopolista, introduzione della concorrenza nel trasporto ferroviario regionale, liberalizzazione dei servizi pubblici locali, del settore postale, dell'assicurazione infortuni (privatizzando l'Inail), delle telecomunicazioni; riforma dei servizi idrici e libertà degli orari e dei

giorni di apertura dei negozi. E, per concludere, eccoci alla decima proposta che si dovrebbe concretizzare con l'avvio di alcune riforme costituzionali: vincolo del bilancio in pareggio e dimezzamento dei parlamentari.

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