Ostiense: scontro fra tribù afghane

Non contenti della rivalità nel loro paese, hanno deciso di esportarla anche nella capitale. I motivi della maxirissa esplosa venerdì sera alle 22 in piazzale XII Ottobre, nei pressi del terminal Ostiense, che ha portato al ferimento grave di quattro persone, una delle quali rischia la vita, sono legati alla difficile convivenza tra due gruppi afghani di diverse etnie, quella Pashtun e quella Azara, collocati in alcuni insediamenti abusivi della zona.
Ad avvertire i carabinieri della compagnia Eur, coordinati dal comandante Rino Coppola, è stata una telefonata al 112 di alcuni residenti, che avvertivano del violento scontro tra una quindicina di persone, finito poi a coltellate. I militari, giunti sul posto con quattro autoradio, hanno dovuto chiamare i rinforzi e successivamente sono riusciti a individuare i responsabili degli scontri, che si erano rifugiati in un accampamento a via Palos. Dieci giovani, tra i venti e i trent’anni, sono stati arrestati, mentre quattro sono stati soccorsi e trasportati d’urgenza in ospedale per ferite di arma da taglio.
Il più grave, un giovane di 30 anni, è ricoverato al San Giovanni per due coltellate all’addome, che hanno perforato i polmoni e diverse ferite al cuoio capelluto. «Un particolare atipico in una rissa - spiega il comandante Coppola - che ci porta a pensare a un tentativo di scalpo. Alla base della lite potrebbero esserci dissapori legati allo spaccio di droga nel quartiere. Ma stiamo valutando anche l’ipotesi di dissidi collegati alla gestione del traffico di esseri umani con l’Afghanistan». Grave, ma non in pericolo di vita, un altro ragazzo di 25 anni, che si trova al San Camillo per alcune coltellate al torace. Meno serie le condizioni di un ventunenne, ricoverato al Sant’Eugenio e di un trentenne, che si trova al Cto. Per ora non è stato possibile identificare nessuno dei quattro feriti, per ora solo denunciati, e i militari attendono i risultati delle impronte digitali.
L’episodio ha scatenato la reazione di Samuele Piccolo, delegato del sindaco per le Periferie. «Roma non può essere teatro di regolamenti di conti - dichiara -. La strada per l’integrazione è un percorso complesso da fare assieme. Se qualcuno non è d’accordo, torni al proprio paese».

Luigi Camilloni, presidente dell’Osservatorio Sociale chiede di convocare il Comitato provinciale dell’ordine pubblico. «Questi episodi devono essere scoraggiati anche con le cattive- dichiara -. Per questo è necessario intensificare anche i controlli e verificare chi circola armato di coltello».

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