«Un otto vale un canestro»

«Un otto vale un canestro»

Massimo Vitali

da Bologna

«L’emozione più grande? Fare il riscaldamento prima della partita davanti agli 8.600 spettatori del Forum». Roba da stropicciarsi gli occhi e da raccontare, il giorno dopo, ai compagni di classe. Fenomeno per un giorno. Lui è Matteo Negri, 14 anni, playmaker del settore giovanile della Virtus Caffè Maxim promosso al rango di «uno dei dodici» della prima squadra per meriti scolastici. Claudio Sabatini, patron delle Vu nere, quest’anno ha deciso di premiare così i cestisti-studenti più virtuosi del vivaio bianconero, regalando loro l’opportunità di andare in panchina per una partita con la squadra allenata da Markovski. Il messaggio di Sabatini è chiaro: «Puntiamo a formare buoni cestisti. Ma in prospettiva futura l’uomo è più importante del cestista».
Ragion per cui la promozione, anche sportiva, passa da un buon rendimento scolastico. Matteo, che ha inaugurato domenica l’iniziativa a Milano, in estate è stato promosso con «ottimo» all’esame di licenza media superiore dell’istituto Gozzadini di Castenaso, un comune alle porte di Bologna. Ha un debole per la matematica e un’ammirazione sfrenata per Bluthenthal, il fiore all’occhiello della Virtus targata Markovski. «Non credevo di divertirmi tanto - racconta Matteo srotolando il film avvincente del suo atterraggio in prima squadra -. Pensavo di trovarmi di fronte a un gruppo di marziani e invece ho scoperto ragazzi molto terra-terra, che mi hanno accolto benissimo. Specie English e Di Bella», che per la cronaca sono i burloni del gruppo.
Il viaggio in prima squadra di Matteo gli ha regalato anche un’illusione tecnica lunga quanto un sospiro. «A 1’62” dalla sirena quando English ha preso l’antisportivo ed è uscito per cinque falli, confesso che ho sperato di entrare». Markovski ha scelto un altro, il sogno è rimasto nel cassetto, il viaggio tra i fenomeni è finito lì.

La Virtus ne regalerà altri 33 (le partite che restano della regular season) ai ragazzi del suo vivaio. Spulciando tra i banchi, a caccia dello studente perfetto. Nella metà bianconera di Basket City hanno deciso che una buona pagella vale almeno quanto una bomba da tre.

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