Padoa-Schioppa spera nel calcio per evitare l’autogol al governo

«La Bce potrebbe aumentare i tassi bisogna essere pronti al rischio»

Antonio Signorini

nostro inviato a Bruxelles

Le previsioni di crescita del Pil contenute nel Dpef potrebbero essere sottostimate. Il documento approvato dal governo prevede che nel 2007 il Prodotto interno lordo aumenti solo dell’1,2 per cento. Ed è anche colpa della Finanziaria 2007 che, come ha ammesso il ministro dell’Economia, potrebbe avere un effetto negativo sulla crescita. Quelle contenute nel documento di programmazione economica e finanziaria sono comunque previsioni «sobrie», ha spiegato ieri il ministro Tommaso Padoa-Schioppa. L’esecutivo Prodi, insomma, ha deciso di tenerle basse per non stimolare aspettative pericolose. Ma le reali performance dell’Economia potrebbero rivelarsi migliori rispetto alle cifre indicate nel documento approvato dal Consiglio dei ministri. E a dare il suo contributo - secondo Padoa-Schioppa - potrebbe essere anche la vittoria dell’Italia ai mondiali di calcio. L’effetto di Germania 2006 «ci sarà», ha assicurato il ministro al termine dell’Ecofin, rifiutandosi comunque di dare una cifra precisa. «Ogni indicazione che sia fondata su calcoli rigorosi è impossibile, ma sono convinto che gli effetti ci saranno. Migliorerà l’immagine del Paese e questo è un fatto importante per l’Italia che è un Paese esportatore. Aumenterà la fiducia perché i Mondiali sono stati la dimostrazione che anche i traguardi importanti sono possibili». Oltre che dalla vittoria dell’Italia ai campionati Fifa di calcio, l’andamento dell’economia dipenderà dalla Finanziaria 2006. E non è detto che le valutazioni fatte nel Dpef siano confermate. «Tutto dipenderà da come saranno le misure della Finanziaria dalla distribuzione e destinazione delle spese e da come la manovra verrà accolta dalle parti sociali e dai mercati. Tutto ciò può influenzare il clima in un senso migliore o in un altro». Il responsabile dell’Economia sembrerebbe comunque propendere per una revisione al rialzo. Le previsioni del Dpef, ha premesso, «sono sobrie» perché si è voluto «evitare ogni euforia sul futuro». Però «siamo in un momento in cui in molti paesi europei si rivedono al rialzo le previsioni sulla crescita. Mi auguro questo sia di buon auspicio anche per noi». L’auspicio di Padoa-Schioppa lascia invece indifferente Jp Morgan. Secondo gli esperti la della banca d’affari «la vittoria dell’Italia non avrà alcun impatto sul Pil o sulla crescita dei consumi privati».
A rappresentare un ostacolo potrebbe essere la tendenza al rialzo dei tassi di interesse da parte della Bce. È «un rischio» al quale «bisogna essere preparati», oltre a rappresentare «un’ulteriore argomento a favore della correzione» del deficit, ha detto in un’intervista a Bloomberg. Per valutare tutti questi elementi bisognerà comunque aspettare la prima verifica dello stato dell’economia dopo la legge finanziaria, quindi, le previsioni di primavera dell’Unione europea. Una scadenza tutto sommato lontana. Prima c’è l’esame dell’Ue alla Finanziaria 2007. Anche all’Ecofin di ieri, così come all’Eurogruppo di lunedì sera, è emerso un sostanziale disinteresse di Bruxelles per le «buone intenzioni» contenute nel Dpef e una massima allerta sulla prossima manovra che, come ha annunciato il commissario agli Affari economici Joaquín Almunia, dovrà contenere una correzione superiore a quella preventivata. Questo, ha ammesso ieri Padoa-Schioppa, perché, la correzione per l’anno in corso non è stata sufficiente. Il ministro ha osservato che all’Eurogruppo, «avrebbero potuto mettere l’accento sul fatto che l’Italia per il 2006 non ha adempiuto ai suoi impegni», ma è chiaro «che non si può mettere l’economia sotto estremo sforzo per trarne un aggiustamento strutturale dello 0,8 per cento che si gioca tutto nei sei mesi che cominciano l’indomani». La prossima Finanziaria, ha confermato il ministro, sarà del 2,5 per cento del Pil tra correzione del disavanzo e finanziamento delle politiche per lo sviluppo. A questa si aggiungerà poi l’effetto «strutturale» della manovra-bis, che è di un altro mezzo punto percentuale.

Al termine della missione europea di Padoa-Schioppa una cosa emerge chiaramente: l’Italia non otterrà nessun rinvio sull’obiettivo fissato dal ministro Giulio Tremonti di rientrare nei limiti del deficit fissati dal Patto di stabilità entro il 2007. A Roma il dibattito politico e sindacale continua a esercitarsi su questa possibilità, ma a Bruxelles questi ragionamenti non fanno breccia.

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