Padoa-Schioppa vuole sospendere gli aiuti alle aziende che assumono

Verso un blocco degli incentivi fiscali nelle aree svantaggiate, frenata sul taglio del cuneo fiscale

Gian Battista Bozzo

da Roma

Una manovra fifty-fifty, fatta per metà da tagli di spesa e per l’altra metà da inasprimenti fiscali. Prima di partire per il G8 di San Pietroburgo, dove ieri sera ha assistito alla rappresentrazione del Lago dei Cigni, Tommaso Padoa-Schioppa ha fatto al Consiglio dei ministri una breve relazione sullo stato dell’economia nel 2005: crescita nulla, consumi fermi. Nelle scorse ore il ministro ha chiesto ai suoi uffici un menù di possibili tagli, mentre il viceministro Vincenzo Visco si sta occupando della parte fiscale. Il governo ha un mese di tempo per preparare manovra e Dpef da portare alla riunione Ecofin dell’11 luglio prossimo. Bisogna recuperare fra i 7 e i 10 miliardi di euro, considerando che ogni intervento fiscale o di taglio avrà un’efficacia dimezzata, dato che vale per meno di sei mesi. Fra i possibili interventi sul lato della spesa, anche il congelamento dei pochi crediti d’imposta rimasti, dedicati agli investimenti nelle aree svantaggiate (soprattutto al Sud), ed all’assunzione di dipendenti con contratto a tempo indeterminato. Sul taglio del cuneo fiscale, inoltre, Padoa-Schioppa prospetta una «selettività» che pare sgradita alla Confindustria.
Dal fisco 4 miliardi. Almeno la metà della manovra, all’incirca 4 miliardi di euro, dovrà giungere dalle nuove entrate fiscali. Visco appare contrario ad aumentare l’aliquota Iva, ma intende agire sull’elusione di questa imposta. Appare scontata, inoltre, la supertassa di circolazione sui Suv e i veicoli fuoristrada (i «gipponi»). Il governo intende anche aumentare gli estimi catastali e reintrodurre l’imposta di successione; ma si tratta di misure che avrebbero pieno effetto solo l’anno prossimo. In piedi anche l’ipotesi di aumentare le aliquote Irpef ridotte da Tremonti.
A rischio i crediti d’imposta. Il «blocco di cassa» che Padoa-Schioppa intenderebbe introdurre potrebbe non risparmiare i crediti d’imposta. Ne sono rimasti assai pochi, e riguardano soltanto gli investimenti nelle aree svantaggiate, in particolare nel Mezzogiorno, e l’assunzione di dipendenti a tempo indeterminato. Il fatto singolare è che il programma dell’Unione prevede il ripristino dei crediti d’imposta, e un loro congelamento, anche limitato nel tempo, farebbe infuriare sia le imprese che i sindacati.
Spese, nel mirino sanità e Pa. Sul fronte dei tagli di spesa, le alternative sono contate: il controllo rigoroso degli acquisti dei beni intermedi della Pubblica amministrazione, e un controllo egualmente rigido sulla spesa sanitaria. È già scattata la norma che prevede la riduzione automatica dei prezzi dei farmaci (che riguarda 230 specialità e 117 principi attivi rimborsati dal Servizio sanitario nazionale): dovrebbe far risparmiare 500 milioni di euro.
Cuneo, taglio «selettivo». La riduzione di 5 punti del cuneo fiscale-contributivo è stato il cavallo di battaglia elettorale di Romano Prodi. In un’intervista al quotidiano della Confindustria, Padoa-Schioppa ricorda però agli imprenditori che «il denaro che oggi affluisce allo Stato dal cuneo non è denaro che va perso o gettato, ma finanzia spesa pubblica regolarmente iscritta a bilancio. Tale spesa - aggiunge il ministro - deve quindi trovare un’entrata alternativa, o essere ridotta. Stiamo studiando la questione: è auspicabile che la riduzione del cuneo sia selettiva». Nelle intenzioni del ministro, dovrebbe essere riservata alle imprese con maggiori prospettive di crescita.
Da lunedì si «concerta». Con una colazione di lavoro informale tra Prodi e i segretario di Cgil-Cisl-Uil, comincia lunedì la maratona della concertazione sulla manovra e il Dpef.

Il documento di programmazione sarà affidato a Riccardo Faini, l’economista che ha prodotto il rapporto sullo stato dei conti pubblici. Un incarico che a molti è suonato come un segnale di sfiducia del governo nei confronti del direttore generale del Tesoro, Vittorio Grilli.

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