Padre cinese rapisce il figlio di pochi mesi con grave malformazione al cuore: preso

Gli investigatori della seconda sezione del nucleo investigativo dei carabinieri avevano un solo e prioritario obbiettivo: riportare al più presto quel bimbo di pochi mesi, operato al cuore subito dopo la nascita e sofferente di una grave malformazione cardiaca, alle cure dell’ospedale Sacco. Terapie vitali alle quali l’altra sera, intorno alle 21, il suo papà - un cinese clandestino di 31 anni, Pan Xuegan - l’aveva sottratto all’improvviso dopo averlo avvolto in fretta e furia solo in una copertina. Quindi non hanno esitato a fingersi medici dell’ospedale per avvicinarlo senza che s’insospettisse, non lontano dall’Esselunga di via Imbonati, dopo che l’uomo aveva «rapito» il bimbo portandolo in giro per le strade per sei ore, un’intera nottata.
Il giovane padre, infatti, l’altra notte era piombato come una furia in ospedale dove la moglie, che vegliava il suo bambino da ore dopo che il piccolo era stato ricoverato d’urgenza, gli aveva chiesto di raggiungerla per darle il cambio: forse la poveretta - un’operaia regolare - era stanca e aveva bisogno di riposarsi.
Il cinese si era quindi presentato in ospedale molto alterato e, come spiegano i carabinieri, era talmente fuori di sé che, dopo aver discusso animatamente con la moglie, aveva cominciato a picchiarla proprio lì, in corsia. Quindi l’uomo aveva abbandonato la poveretta in lacrime e, entrato nella stanza dove giaceva il neonato e, davanti allo sbigottimento generale, si era portato via il figlioletto gravemente malato, uscendo con passo deciso dall’ospedale. Una reazione spropositata, probabilmente, secondo i militari, dovuta al fatto che Xuegan, al contrario della moglie, è clandestino e, arrivato da poco in Italia, uscendo di casa e andando in giro, temeva di essere fermato per un controllo dalle forze dell’ordine.


È a quel punto che sono entrati in azione i carabinieri del nucleo investigativo, avvertiti dall’ospedale. Dopo una lunga notte di ricerche hanno rintracciato il bimbo (che ora sta bene) e il padre, finito in manette.

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