L’elettronica al posto della carta. Nelle scuole milanesi ormai non è più una tendenza di novità. Era stato per primo Umberto Diotti quando era preside al liceo Berchet ad avviare le prime esperienze in questo campo.
«In questo liceo – dice Innocente Pessina, dirigente scolastico titolare della scuola di via Commenda – sono ormai sette anni che ci sono i registri e le pagelle elettronici. Ogni studente, ogni famiglia è in possesso di una password attraverso la quale può conoscere in tempo reale i voti assegnati ogni giorno dai docenti nei compiti o nelle interrogazioni. E alla fine di ogni quadrimestre può stamparsi la pagella». Un’esperienza che si completa di anno in anno: «Perché – continua il professor Pessina – non tutti i docenti aderiscono a questa iniziativa. Diciamo uno su dieci, e non si possono obbligare a fare altrimenti. Ma man mano queste resistenze diminuiscono, perché la gente va in pensione. E comunque siamo riusciti a ottenere la media quadrimestrale dei voti sulla carta con un giorno d’anticipo rispetto alla riunione degli scrutini: così la pagella elettronica è assicurata a tutti gli allievi».
Un’altra scuola dove le cose funzionano senza particolare resistenze è l’Istituto Agrario di Limbiate. «Noi abbiamo un registro di classe elettronico da 5 anni – spiega la preside Maria Costanza Scarpini. A ogni famiglia è stata assegnata una chiave d’accesso al sistema in modo tale che si possa tener d’occhio il rendimento scolastico dei figli». Rispetto al Berchet comunque qui bisogna fare i conti con lo sviluppo di internet. «Abbiamo calcolato – continua la professoressa Scarpini – che almeno il 20 per cento delle famiglie non possiede un computer, quindi a queste stampiamo le pagelle e le consegniamo su carta. Le condizioni economiche sono importanti, per le famiglie e per la stessa scuola. Ad esempio noi saremmo in grado di avvisare le famiglie con un sms quando un ragazzo è assente, ma poi sappiamo che non tutti i genitori hanno un cellulare. E poi chi paga i costi di questa operazione? Non certo la scuola che non ha nemmeno i soldi per pagare i supplenti».
Diversa la scelta fatta all’Istituto Agnesi di via Tabacchi: «Alla quinta assenza o al quinto ritardo – dice il preside Giovanni Gaglio – parte un sms alla famiglia. E con lo stesso sistema si convocano le riunioni. Le pagelle elettroniche non ci sono perché i docenti non le hanno volute».
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