La frana a Letojanni, sei persone rinviate a giudizio per disastro

Dopo oltre cinque anni arrivano i primi rinvii a giudizio per la frana di Letojanni sull'autostrada Catania-Messina. Le accuse vanno dal disastro al falso ideologico.

La frana a Letojanni, sei persone rinviate a giudizio per disastro

Mille giorni per iniziare i lavori, qualcosa in più per stabilire i primi rinvii a giudizio e tentare di individuare i responsabili. Non ci sono ancora certezze sulla frana che avvenne a Letojanni, sull'autostrada A18 Catania-Messina il 5 ottobre del 2014. Dalla collina che sovrasta il tratto autostradale sono precipitati oltre 50 mila metri cubi di materiale. Solo il caso volle che non ci fossero auto in transito in quel preciso momento. Ieri, con le accuse di disastro ambientale, peculato, falso ideologico, il gup di Messina Maria Militello ha disposto il rinvio a giudizio al 15 aprile prossimo per sei persone.

Nell'inchiesta finirono il direttore generale del Cas dell'epoca Salvatore Pirrone, il responsabile dell'ufficio tecnico Gaspare Sceusa, l'ex funzionario del Cas Antonino Francesco Spitaleri, l'imprenditore Francesco Musumeci. Nell'inchiesta anche il geologo Giuseppe Torre e l'ingegnere Francesco Crinò, tecnici nominati dall'impresa. A seguito della frana furono appaltati lavori per un valore di circa 500 mila euro più iva per la messa in sicurezza della corsia dell'autostrada Messina-Catania, lavori che qualche anno fa finirono nel mirino della procura di Messina. Secondo l'accusa sarebbe stata realizzata "un'opera instabile", nonostante l'intervento per la messa in sicurezza "su un'area interessata da una frana imponente, già qualificata, prima del dissesto, dal piano di assetto idrogeologico, ad alto rischio geologico". Circa un anno dopo, prosegue l'accusa, nonostante la rete collocata a protezione fango e detriti finirono sulla corsia destinata alla circolazione.

Qualche mese fa era stato il governatore siciliano Nello Musumeci ad avviare simbolicamente i lavori per la rimozione della frana avvenuta oltre cinque anni fa. I lavori prevedono la realizzazione di una doppia galleria artificiale che coprirà entrambe le carreggiate. Un tunnel lungo 140 metri, costruito senza spostare i detriti poichè la frana è tuttora in movimento. Una pila, a metà fra le carreggiate, sosterrà le due gallerie, una delle quali attraverserà i detriti della frana. La conclusione dei lavori è prevista per maggio 2021. Il progetto, che è molto complesso, garantirà il transito dei veicoli sulla carreggiata rimasta ancora oggi aperta. Il primo intervento riguarderà la messa in sicurezza della montagna lavorando nel pendio.

Questo per proteggere il cantiere e la successiva opera una volta realizzata. Saranno utilizzate reti ad elevatissima resistenza ancorate al terreno. Poi si passerà alla costruzione di una paratia, sempre a monte. E infine alla realizzazione delle due gallerie in cemento armato e pali d'acciaio.

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