Proteste dei detenuti nel carcere Pagliarelli: fiamme nelle celle

Protestano i detenuti nel carcere Pagliarelli di Palermo. La rivolta dopo il Dcpm di ieri sulle norme anti-contagio per paura del Coronavirus: i detenuti hanno dato fuoco a lenzuola e fogli di carta, battendo oggetti sulle sbarre per attirare l'attenzione

Proteste dei detenuti nel carcere Pagliarelli: fiamme nelle celle

Momenti di tensione e proteste ieri sera al carcere "Antonio Lorusso", nella borgata di Pagliarelli a Palermo. Tutto è iniziato poco dopo l'ora di cena. Numerose persone hanno raccontato di aver sentito in maniera distinta dall'esterno dell'edifico sentire in maniera percepibile le urla e le proteste dei detenuti che battevano le stoviglie contro le sbarre. Inoltre, si sono viste anche fiamme provenienti da alcune finestre. Almeno 300 detenuti rinchiusi all'interno della casa circondariale hanno partecipato alla protesta, in molti hanno dato fuoco alle lenzuola, stoffe e cuscini per attirare l'attenzione. Le proteste - così come avvenuto in altre parti d'Italia - sono scaturite dalle restrizioni ai colloqui con i familiari determinate dall'emergenza legata al Covid-19. All'esterno si sono radunate le famiglie dei parenti che hanno inveito contro le forze dell'ordine. Qualche automobilista ha ripreso con il cellulare la scena della protesta. "Molti detenuti sono anche preoccupati di eventuali casi di contagio all'interno del penitenziario. La situazione è sotto controllo - ha detto ieri sera la direttrice del Pagliarelli, Francesca Vazzana. Certo le preoccupazioni sono comprensibili, anche noi siamo preoccupati -. In un carcere che ospita 1400 detenuti la gestione dell'emergenza, anche perchè in una cella spesso sono in quattro e non si riesce a mantenere le distanze previste". Intanto però, sembra che alcuni detenuti abbiano espresso la volontà di cominciare uno sciopero della fame e della sete, a partire da oggi.

La situazione è rientrata alla normalità soltanto alle tre di questa notte, ma quello che è successo intorno tra le 10 di sera e mezzanotte fa comprendere meglio il momento di nervosismo che si vive nelle carceri italiane: non solo per il divieto dei colloqui ma anche per il rischio contagi all'interno della stessa struttura, tra detenuti che vivono in una cella, contatti con avvocati, famiglie e personale giudiziario. Mentre all'interno del carcere la protesta proseguiva, all'esterno si sono registrate altre scene con le famiglie dei detenuti che hanno di fatto chiuso la strada. Traffico bloccato in entrata e in uscita dalla città.

La circonvallazione di Palermo, ovvero viale Regione siciliana, è rimasta bloccata per alcune ore sia in direzione Catania e sia in direzione Trapani, mentre gli ingressi per lo scorrimento veloce Palermo-Sciacca sono rimasti liberi.

Chi entrava in città è stato fatto deviare su via Ernesto Basile. Chi invece, doveva uscire dalla città si è ritrovato incolonnato all'altezza del ponte Oreto. Il resto della strada è rimasto chiuso in un'atmosfera spettrale. Oggi è previsto un altro blocco.

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