La cosa è quanto mai indigesta. Nel menù di Ramadan degli algerini mancherà quest'anno il piatto forte, quello che da 30 anni erano soliti gustare al termine del digiuno quotidiano: la telenovela egiziana. Per la prima volta da decenni infatti, l'Algeria ha deciso di privare i telespettatori delle tradizionali ed amatissime fiction prodotte appositamente per intrattenere il pubblico nelle serate di questo mese sacro ai musulmani e di cui l'Egitto è uno dei principali produttori. Un boicottaggio «artistico-culturale», come lo definisce il quotidiano algerino «Ennahar», che altro non è che la conseguenza della crisi, mai veramente risolta, scoppiata tra Algeri e il Cairo dopo i sanguinosi scontri avvenuti durante l'ultima Coppa d'Africa tra le tifoserie delle rispettive squadre nazionali e che ha portato a una vera e propria rottura diplomatica tra i due Paesi.
Le soap egiziane erano onnipresenti nei palinsesti televisivi algerini, soprattutto durante il mese di Ramadan, ma dopo gli incidenti del Cairo e di Khartoum, dove si sono affrontate le due nazionali in vista delle qualificazioni ai Mondiali in Sudafrica, e in seguito alle «calunnie diffuse dall'Egitto sugli algerini», le autorità del Paese nordafricano hanno deciso di interrompere la trasmissione delle «musalsalat» egiziane. Così imparano.
Di pari passo, è crollata l'audience dei programmi egiziani sui canali satellitari, così come molti negozi di videocassette e di musica hanno deciso di aderire al boicottaggio ufficiale ritirando tutto il materiale audiovisivo egiziano. Anche gli (ex) amatissimi cantanti del Paese dei faraoni, considerati da sempre ospiti d'onore in Algeria, sono passati per così dire «dalle stelle alle stalle», e nessuno di loro è stato invitato a esibirsi nelle animate serate dell'estate algerina.
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