Andrea Tornielli
da Roma
Le profezie, si sa, sono sempre interpretate col senno di poi e «aggiustate» in funzione dellavvenimento già accaduto. Eppure anche in questo campo ci si imbatte in fatti curiosi. Uno di questi riguarda lelezione di Benedetto XVI, considerata improbabile se non impossibile dagli esperti di cose vaticane che hanno firmato decine di libri sulla successione a Wojtyla, ma prevista sulla base di alcune profezie in un volumetto intitolato Mille non più mille, scritto dallo studioso bolognese Alberto Bassoli nel 2000. Bassoli, cattolico praticante, a pagina 114 del suo volume cinque anni fa spiegava che il nuovo Papa sarebbe stato tedesco e avrebbe avuto la «z» nel cognome: dunque, argomentava, si tratta del cardinale Ratzinger.
Una semplice coincidenza? Possibile, tanto più che il porporato bavarese è sempre stato un personaggio di spicco del sacro collegio. Ma le citazioni addotte da Bassoli a sostegno della sua tesi sono comunque affascinanti. A profetizzare lascesa al Soglio di un Papa tedesco è innanzitutto la monaca di Dresda, una religiosa di umili origini, vissuta tra il 1680 e il 1706, che negli ultimi anni della sua breve vita ha scritto molte lettere ai potenti della terra, pubblicate in Italia da Renzo Baschera. In una di queste, indirizzata al re di Prussia Federico I, si legge: «Ma la tua gloria maggiore, o re di Prussia, lavrai perché dalla tua terra giungerà lultimo Pietro. Questuomo sarà completamente diverso da te: tu sei superbo e lui sarà umile. Tu sei assetato di gloria e lui sarà assetato di pace. Tu operi per la vita terrena e lui opererà per la vite celeste...». Insomma, un Papa tedesco che si presenta come «lumile lavoratore della vigna del Signore».
Ma cè di più. Un altro veggente, il francese Cassert, nellimmediato dopoguerra aveva avuto delle «visioni» riguardanti gli avvenimenti mondiali fino al 2100 e aveva previsto che a Giovanni Paolo II sarebbe seguito un Papa con la «z» nel cognome. Bassoli aggiunge anche una presunta profezia attribuita a San Pio X, che un giorno, mentre presiedeva il capitolo dei francescani, avrebbe avuto una visione nella quale si parlava di un Papa «con il mio stesso nome». E Pio X di nome faceva Giuseppe, proprio come Jozef. Molte di queste «profezie» parlano di un un futuro non molto roseo per la Chiesa, con il Papa costretto ad abbandonare Roma, esiliato e contestato. Anche per Giovanni Paolo II si era parlato di una profezia, quella di Santa Faustina Kowalska, la mistica polacca alla quale è legata la devozione della Divina Misericordia. Lei aveva accennato a una «scintilla» che sarebbe uscita dalla Polonia per aprire le porte alla venuta di Cristo e molti avevano interpretato queste parole col senno di poi, dopo linaspettata e imprevedibile elezione di Karol Wojtyla. La differenza sta nel fatto che il libro di Bassoli, con tanto di ritratto circostanziato di Papa Ratzinger, è uscito cinque anni prima del conclave dello scorso aprile.
Il primato però non spetta allo studioso di profezie, ma a un sanguigno porporato piacentino oggi scomparso, Silvio Oddi: nel libro di memorie Il tenero mastino di Dio, curato nel 1996 da Lucio Brunelli, Oddi diceva che se avesse partecipato a un conclave avrebbe votato Ratzinger: «Non avrei dubbi. Mi piace il suo modo di fare, la sua intelligenza, la sua fede». Non era una profezia, ma un desiderio che si è avverato.
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