
Seduta sospesa alla Camera dopo la protesta rumorosa delle opposizioni a seguito dell'intervento di Giorgia Meloni che, citando il Manifesto di Ventotene, ha detto: "Non so se questa è la vostra Europa ma certamente non è la mia". All'indirizzo del premier è piovuta una selva di fischi che ha costretto il presidente, Lorenzo Fontana, a sospendere l'assemblea. Le opposizioni hanno deciso di fare ostruzionismo in Aula e anche alla ripresa c'è stata bagarre, che ha costretto il presidente a sospendere per la seconda volta la seduta. Esponenti del Partito democratico e del Movimento Cinque Stelle stanno stigmatizzando con decisione le parole del premier Meloni sul Manifesto di Ventotene.
Già nel momento in cui il premier leggeva alcuni passi del manifesto, alcuni deputati del Partito democratico, in particolare Federico Fornaro e Peppe Provenzano, avevano iniziato a inveire contro Meloni. Alla ripresa della seduta, il ministro degli Affari europei, Tommaso Foti, ha espresso parere favorevole sulla risoluzione di maggioranza e negativo sulle sei risoluzioni, distinte, depositate da tutti gruppi di opposizioni. Anche in questa occasione il presidente della Camera è stato costretto a sospendere la seduta e a quel punto ha convocato la capigruppo per riportare la situazione definitivamente alla calma.
La ripresa è stata fissata dopo il Question time. "Come ho sostenuto nella riunione dei presidenti di gruppo, chiedo di mantenere nel corso della ripresa dei lavori toni consoni e adeguati all'Aula della Camera dei deputati, e questo anche per onorare la memoria di chi ha messo in gioco la propria vita per assicurare il principio di libertà è di espressione da parte di tutti", ha dichiarato il presidente Fontana. "Chi ha combattuto per la nostra libertà", conclude, "merita il nostro applauso, in merito anche al fatto che noi abbiamo rispetto anche per quest'Aula e quindi vi chiederò, proprio in nome di quella libertà e di quella democrazia, di fare in modo che quest'Aula sia considerata in maniera sacra".
Federico Fornaro del Partito democratico, prima della sospensione, ha detto che le parole di Meloni sono "un fatto grave nei confronti del Parlamento, della storia di questo Paese". E poi, rivolgendosi a Fontana: "Noi siamo qui in questo Parlamento, lei lo presiede, grazie a quelli uomini, che non possono essere insultati, derisi, non è accettabile, lei deve dire parole di verità, lei è presidente della Camera dei deputati della Repubblica italiana". Alfonso Colucci, del Movimento 5 stelle, ha definito le parole di Meloni "un oltraggio alla nostra democrazia". E intervenuto anche Roberto Speranza, ex ministro della Salute, che dai social ha dichiarato che "Meloni chiude il suo intervento in aula con una strumentale ed inaccettabile invettiva contro il Manifesto di Ventotene. Dobbiamo chiamare le cose con il loro nome. Cosa è questa se non apologia del fascismo?".
Nelle repliche alle comunicazioni in Aula, Meloni ci ha tenuto a sottolineare alle opposioni che hanno provato a giocare la carta della divisione del governo a fronte dell'assenza di alcuni ministri, che la "compattezza del Governo non è data dalla presenza dei ministri in Aula, ho detto spesso ai ministri che quando sono impegnati in altre vicende fanno bene a
fare il loro lavoro, penso che la possibilità per loro di dare risposta agli italiani sia molto più importante che fare compagnia a me mentre sono nell'Aula, me la posso grandemente cavare da sola".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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