Si vota la fiducia al decreto Cutro. La maggioranza precetta tutti in Aula

Parola d’ordine: evitare nuovi scivoloni dopo quello sul Def

Si vota la fiducia al decreto Cutro. La maggioranza precetta tutti in Aula

Occhi puntati sul partito del trolley. La maggioranza serra i ranghi in vista del via libera definitivo al decreto immigrazione. Oggi dalle ore 17 e 30 inizierà a Montecitorio la chiama per il voto sulla fiducia posta dal governo sul provvedimento. Le dichiarazioni di voto prenderanno il via dalle 16 e 30. Il calendario per il rush finale è stato deciso dalla conferenza dei capigruppo della Camera che si è riunita ieri alle 18 e 30. Non sono ammessi passi falsi. Dopo l’incidente parlamentare sul Def, passaggio nel quale il centrodestra non ha centrato la soglia della maggioranza assoluta nella votazione alla Camera, i leader della coalizione di governo mettono in riga i deputati. Il capogruppo di Forza Italia Paolo Barelli è stato categorico in un messaggio inoltrato in chat ai suoi deputati: «Ti chiedo di farmi sapere se sarai presente domani (martedì 2 maggio) dalle ore 15.30 per votazioni sulle pregiudiziali e dopodomani (mercoledì 3 maggio) dalle ore 15.00 circa in poi per votazioni fiducia». E dunque ogni assenza dovrà essere comunicata in anticipo e autorizzata. Gli onorevoli sono osservati speciali.
Per il passaggio di oggi sono sospese missioni e tour elettorali. Barelli vuole testare l’affidabilità del gruppo.
Stesso discorso per Lega e Fdi. La maggioranza si compatta. Il premier Meloni non ammette altri scivoloni e chiede una prova di forza ai 236 deputati sui cui può puntare il centrodestra alla Camera. Certo, le defezioni di ministri e sottosegretari saranno autorizzate. Ma deputati e presidenti di commissione dovranno essere in Aula. È la linea. Per Forza Italia interverrà in dichiarazione di voto Paolo Emilio Russo. Ieri sul provvedimento è scattata la tagliola con la chiusura anticipata della discussione generale. L’allungamento dei tempi è stato neutralizzato. Con il via libera alla Camera il decreto immigrazione diventa legge. L’ok da parte del Senato è già arrivato. Il provvedimento, varato dal governo dopo il naufragio di Cutro, inasprisce pene per gli scafisti, amplia la quota dei flussi legali e rafforza il controllo dei porti. Un test importante, politicamente, per il centrodestra. Superato lo scoglio del decreto immigrazione, il centrodestra studierà altre mosse per evitare nuovi incidenti parlamentari. Si fa largo l’ipotesi di una cabina di regia permanente tra i capigruppo e il ministro per i Rapporti con il Parlamento Luca Ciriani per avviare un monitoraggio costante sulla cinghia di trasmissione degli atti da Palazzo Chigi al Parlamento. C’è sul tavolo l’opzione di rivedere i regolamenti della Camera, adeguandoli al taglio dei parlamentari.

L’obiettivo è quello di evitare un accavallamento tra commissioni e lavori d’Aula. Si proverà ad accorpare le commissioni. Ma questa è una soluzione da prendere in considerazione per il futuro. I tempi sono lunghi.
Nell’immediato bisogna spazzare via il partito del trolley.

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