Di certo l'audiolibro è il format ideale per Morgan. Ne ha appena pubblicato uno, ne potrebbe fare dieci, forse cento, tutti diversi ma tutti uguali perché si nutrirebbero della sua ispirazione frenetica, dissonante, bulimica. Nell'Audiolibro di Morgan, appena messo in commercio da Emons Libri & Audiolibri e curato da Flavia Gentili, c'è una scheggia (impazzita) del suo pensiero diviso in venti capitoli e musica varia, edita e inedita, per un totale nientemeno che di 5 ore e 22 minuti (è in libreria e in digitale su Emonsaudiolibri.it e iTunes e Google Libri). Oggettivamente è un'impresa seguirli tutti, questi minuti, perché sono un flusso di coscienza largo come il Gange e impetuoso come una cascata.
All'inizio l'intro di Ivano Fossati potrebbe ingannare, tanto è pacato: «Quando serve, la voce è triplicata, smembrata, elettronica, plurale, altrimenti è pacata come un pensiero». Però i pensieri sono sempre turbolenti, proprio come Morgan, e si inseguono nel cielo di questo libro come cumulonembi, a volte morbidi e rotondi, a volte frastagliati dal vento dei dubbi e delle iperboli, ma sempre irruenti, quasi minacciosi. Sono tredici anni che Morgan non pubblica un disco di canzoni inedite. L'ultimo si intitola Da A ad A del 2007, nel quale figurava anche Asia Argento (in Liebestod) e da allora la vita di Morgan ha attraversato ere geologiche e glaciazioni e terremoti come capita soltanto agli animi tempestosi e infelici. Dopo essere stato un eroe dell'«indie» quando era davvero «indie» e aver costruito con i Bluvertigo un piccolo grande universo di canzoni e spettacoli dal vivo, ha smesso di essere «indie» ed è diventato mainstream grazie alla tv. Lo schermo ha fagocitato il musicista e creato il personaggio. Non a caso il video della sua ultima esibizione a Sanremo, quello con «Dov'è Bugo?», è stato il più visto del 2020 su YouTube. In ben più di un decennio, Marco Castoldi detto Morgan è diventato un Virgilio nell'inferno delle prime serate, un narratore della musica e un giudice dei musicanti. Si vanta di essere il «coach» che ha vinto più X Factor, ma non è questo a renderlo inconfondibile. Morgan sta al rock e alla musica d'autore come Benigni sta alla Divina Commedia. La racconta con una enfasi e una competenza che coinvolgono tutti. Magari non si è d'accordo con lui, ma è difficile resistere a un tale diluvio di informazioni, accostamenti, interpretazioni e visuali inedite. Lo ha notato anche Beatrice Venezi, sua «collega» nelle puntate di AmaSanremo su Raiuno. Lei direttrice d'orchestra, lui direttore di se stesso, e neanche tanto interessato all'orchestra.
Anche in questo audiolibro non è semplice seguirlo, perché lui resta comunque «Il grande inadattabile», come recita il titolo del primo capitolo di un'opera che ha «letto e sonorizzato» e che ha come sottotitolo «Io, l'amore, la musica, gli stronzi e Dio». Praticamente un manifesto d'intenti.
Morgan ha parlato a ruota libera, sembra. E dimostra una capacità di sintesi non memorabile, perché talvolta gira e rigira intorno al concetto principale senza mai arrivare al dunque. Però ha una forza espressiva che, onestamente, è addirittura superiore alla musica di cui parla. Talvolta si compiace di calembour o di giochi di parole che forse giovano soltanto all'ego di chi li inventa (lui) e non di chi li ascolta. Ma è un piacere perdersi nelle anse dei suoi ragionamenti e inciampare qui e là in pezzi imprevisti come Stelle di stelle di Baglioni o Segnali di vita di Battiato o la bella e impossibile Si può morire firmata anche da Nanni Svampa. C'è il Morgan elettropop che si ascolta nel capitolo Black Celebration (Stripped e Just can't get enough di Depeche Mode), c'è quello perso nella classica (capitolo 14 intitolato Bach) e infine quello inevitabilmente sospeso nonsisadove, come si sente nel capitolo 20 con Le parole non dette e Commedia amara.
Ma, volendo, il capitolo che meglio condensa il «caso Morgan» è il quinto, che si intitola Ciao Ragazzi Ciao Novella 2001 Odissea nello spazio Madonina, Nietzsche e Wagner ed è praticamente il suo biglietto da visita di milanese, di pensatore, di uomo libero e maledetto. A confermarlo non è soltanto la versione strampalata, quasi geniale di O mia bela madunina. E neppure il riferimento a un grande in via di oblio come Bruno Lauzi.
Ma sono le citazioni di Nietzsche e Wagner a fotografare due coordinate essenziali nella mappa di Morgan. Li trovi qui e là, in questo audiolibro come nella sua vita. E spiegano tante delle sue cose non dette ma molto vissute, forse troppo.
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