Ci sono figure o simboli davanti ai quali ci si ferma per rispetto come è nel caso dei pass auto per disabili. Il brutto è che non sempre quelle vetture sono usate da chi ne ha davvero bisogno o da un suo parente perché lo accompagni, tanto che a ogni verifica da parte delle autorità se ne scoprono delle belle. Recentissimo il caso di quel «disabile» che ha parcheggiato la sua «carrozzella» in largo Cairoli davanti alla chiesa di Santa Maria della Consolazione. Dovè il problema? Nel mezzo: una Ferrari, cosa che ha fatto gridare allo scandalo chi conserva un briciolo di senso civico.
Purtroppo troppi furbi prendono a prestito il lasciapassare per invalidi di un parente o di un amico o, peggio, falsificandolo. È un cartellino giallo o arancione, con tanto di ologramma antitruffa che però non scoraggia il falsario. Il cartoncino spalanca le porte delle corsie riservate. Fa evitare gli ingorghi, accorcia i tempi nel traffico e agevola il parcheggio fuori dai punti riservati. E senza pagare la sosta. I furbi infatti piazzano l'auto ovunque, in nome di un diritto assicurato da un cartellino. A volte rubato però. I vigili confermano e aggiungono che i disabili - e quindi anche quelli finti - possono anche lasciare l'auto in sosta vietata e, una volta presa la multa, contestarla immediatamente, «basta che il vero disabile ci dica che non si sentiva bene, che aveva un buon motivo per parcheggiare proprio lì e noi la togliamo».
Ma quante sono le frodi? E sono proprio tali? In città sono stati rilasciati 22mila pass. «Per uso improprio», nell'ultimo anno ne sono stati ritirati 71. Tante le persone pizzicate sulle corsie riservate o nelle aree di sosta senza un disabile a bordo che hanno meritato una multa di 78 euro e la confisca del lasciapassare (il tagliando resta al comando dei vigili fino a quando il vero invalido va a riprenderselo). Attenzione però. La multa è la stessa che prende chiunque percorra la corsia riservata senza averne diritto. Non viene punito luso truffaldino del permesso, nemmeno viene tolto un punticino dalla patente. Cosa che invece accade a chiunque parcheggi in un'area riservata agli invalidi. Di più: per legge si levano fino a due punti se anche una piccola parte della ruota di un'auto senza pass invade lo scivolo dei marciapiedi destinato alle carrozzelle. Ma basta esporre il magico cartellino per scampare a tutto questo, il furbetto colto in castagna se la cava pagando soltanto una multa. «Proprio per questo gli abusi si ripetono», conferma un ufficiale della polizia municipale. «Ci sono automobilisti che non hanno pudore. Si sono visti ritirare il contrassegno del parente tre o quattro volte, pagano la multa e continuano imperterriti. Se invece venissero loro tolti dei punti la cosa non si ripeterebbe con tanta leggerezza».
La condanna arriva anche dalla Ledha, la lega che difende i diritti dei disabili. «La gente dovrebbe capire che il pass per disabili non è un risarcimento dato a una famiglia sfortunata ma una possibilità per garantire pari opportunità al diritto alla mobilità», spiega Giovanni Merlo, responsabile Ledha. «Questi comportamenti non solo danneggiano gli invalidi ma tutta la cittadinanza. Manca la sensibilizzazione. Controlli e sanzioni servono ma devono essere accompagnati da una crescita culturale: chi usa il lasciapassare di un altro dovrebbe vergognarsi invece di sentirsi un dritto».
Nei 71 pass ritirati per uso improprio non rientrano le falsificazioni, quelle che commette chi fotocopia il cartellino di un altro. In questo caso si parla di reato penale. Alleggerito però dall'attenuante che riguarda i falsari: se è chiaro che si tratta di fotocopia, la pena viene ridotta. Racconta un vigile milanese: «A un anno dalla mia denuncia, è stata condannata una donna che esponeva sul parabrezza una fotocopia. L'avevo vista scendere dall'auto, non era invalida. A quel punto ho esaminato il pass e mi sono accordo che era un duplicato scannerizzato (in molti comuni dell'hinterland non si inserisce l'ologramma sul cartellino ed è più facile creare dei doppioni, ndr). L'ho denunciata. Per legge avrebbe potuto meritare fino a 3 anni di reclusione, il giudice le ha concesso l'attenuante reclamata dall'avvocato, ossia la fotocopia dimostrerebbe che non cera la volontà di truffare, e la pena è stata ridotta a 3 mesi».
C'è dell'altro: quando il titolare del pass muore, capita che i familiari non consegnino spontaneamente il documento ma lo usino fino alla scadenza.
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