Il patto tra Comune e imprese: meno burocrazia

Esiste un sindaco ideale per le piccole e medie imprese di Milano ed è quello che riconosce l’importanza dell’industria manifatturiera. Un’industria che non è fatta solo dal milionario sodalizio moda-fashion-lusso, ma anche da tutte quelle micro imprese che sostengono il territorio e creano lavoro nei servizi, nell’informatica, nelle energie alternative. Che Letizia Moratti possa essere il sindaco ideale per per le 280mila imprese milanesi è quanto è stato sugellato ieri con un patto sottoscritto e firmato dal presidente di Confapi Lombardia, Paolo Galassi e il primo cittadino in corsa per il rinnovo della carica. Sette proposte da parte della piccola imprenditoria milanese che il sindaco si è impegnata ad attuare se sarà rieletta a Palazzo Marino.
Ma cosa vogliono gli imprenditori oggi in una situazione economica delicata nel quale rispetto allo scenario macroeconomico che caratterizza il contesto nazionale Milano e la Lombardia rappresentano ancora aree privilegiate? «Non chiediamo assistenzialismo per carità - ha specificato il presidente Galassi, bensì un aiuto della pubblica amministrazione a creare sviluppo». Per capire le reali esigenze Confapi ha chiesto direttamente a loro, i piccoli imprenditori, quali siano le priorità. «E al primo posto nelle richieste degli imprenditori - spiega il vicedirettore del Giornale Nicola Porro - non ci sono meno tasse ma meno burocrazia. Il 64 per cento degli imprenditori chiede una semplificazione burocratica: è un disastro che per chi fa impresa lo Stato non sia recepito come un alleato, ma anzi come un nemico». E questo è uno dei punti sottoscritti fra il sindaco e Confapi.
Gli imprenditori hanno chiesto una mappatura della piccola e media impresa lombarda. Ma non solo. Tra le priorità non poteva mancare l’Expo 2015 progetto voluto e realizzato dalla stessa Moratti: sfruttamento della visibilità offerta dalla grande fiera «per generare occasioni di valorizzazione della realtà industriale milanese». E ancora: formulazione di piani di investimento con le banche, creazione di una «tax free zone» destinata a favorire gli investimenti e gli insediamenti industriali, contenimento delle tasse grazie al federalismo fiscale e infine l’erogazione di voucher per retribuire stage o tirocini di laureandi, laureati e ricercatori presso le pm innovatrici.
Il sindaco su questi punti non si è tirato indietro. Anzi. Prendiamo le tasse per esempio: sulla nuova aliquota Imu «il Comune concederà alle imprese in difficoltà o situate in zone periferiche un sostegno per ridurre del 50 per cento il nuovo balzello - spiega la Moratti -. Voglio ricordare che Milano ha la tariffa più bassa d’Italia sull’acqua, ferma allo 0,60 per cento e ha sempre detto no all’addizionale Irpef. Il costo del bus è fermo da 10 anni a 1 euro a fronte di investimenti di oltre 700 milioni di euro solo negli ultimi tre anni». «Molte delle vostre richieste fanno già parte del mio programma - ha concluso la Moratti davanti alla platea di imprenditori -. Sono la prima a credere nel valore dell’impresa perché senza impresa non c’è lavoro.

Penso al Fondo Anticrisi istituito con la Banca Popolare di Milano proprio a favore delle piccole imprese: 100 milioni di euro destinati a chi ha difficoltà con la liquidità, ma anche all’imprenditoria femminile e a quella giovanile. Quello di oggi è un impegno che mi prendo a cuore per una Milano sempre più competitiva e internazionale».

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