Dal nostro inviato a Marsiglia
«Sta già parlando Alfano?». Il fatto che Bocchino si preoccupi di sapere se per caso il segretario del Pdl è già intervenuto nella plenaria del ventesimo congresso del Ppe è la fotografia di quanto il momento politico sia confuso. Solo qualche settimana fa, infatti, nessuno si sarebbe potuto immaginare di vedere a Marsiglia il vicepresidente del Fli - con il pass rosso degli «ospiti» - a ridere e scherzare in capannello con Gasparri, Ronchi, Mastella e Crimi. Il segno che al di là delle posizioni pubbliche - andando oltre la polemica scoppiata ieri tra Buttiglione e Alfano su un possibile riavvicinamento del Pdl all’Udc - tutte le strade sono aperte. Con un dettaglio: è troppo presto per prendere decisioni e disegnare scenari - bisogna vedere come l’Italia e l’Europa terranno alla crisi, ma pure cosa deciderà la Consulta sul referendum elettorale - e quindi, dice bene Bocchino, «per ora ci limitiamo all’ammuina».
Così, vale fino a un certo punto il doppio affondo che pubblicamente Udc e Fli riservano al Pdl. Il primo arriva da Buttiglione che dà la disponibilità a discutere di un percorso comune solo se Berlusconi si farà da parte. Il secondo, invece, è di Bocchino. Che pur essendo un «ospite» a Marsiglia (il Fli non ha aderito ancora al Ppe) sostiene che «essendo alleato con la Lega è il Pdl ad essere incompatibile con il Partito popolare europeo». Il gioco, insomma, è quello dei veti e dei contro-veti. In attesa di tempi migliori, di quanto lo scenario sarà meno indecifrabile. Oggi, intanto, arriverà Berlusconi che - nonostante non sia più a Palazzo Chigi - a Marsiglia prenderà parte al vertice dei capi di Stato e di governo del Ppe insieme a Sarkozy e Merkel.
Piccolo giallo, invece, ieri. L’intervento con cui Alfano debutta da segretario sulla scena internazionale slitta infatti dalle 18.30 a dopo le 20. «Una questione dovuta solo ai ritardi, visto che era previsto che a chiudere fosse il segretario del più grosso dei partiti del Ppe», spiegano dal Pdl. Di certo, c’è chi non manca di gongolare. Come Bocchino che si dice «indignato da italiano per il trattamento riservato alla nostra delegazione».
Continuano, insomma, le stoccate. Nonostante Alfano avesse auspicato un giorno «in cui non fare polemica». Certo, la metafora usata da Buttiglione («sotto la quercia - cioè Berlusconi, ndr - non crescono platani, ma funghi») non convince il segretario del Pdl. «Buttiglione - replica - non è un grande specialista di giochi di luci ed ombre perché rispetto a noi lui è un bonsai». Insomma, non può essere l’Udc a dettare le condizioni al Pdl. E - aggiunge Ronchi - chiedere di discutere il progetto dell’unità dei moderati «solo senza Berlusconi» è «un alibi pretestuoso». Anche se, a dire il vero, da Roma Casini è ben più cauto. «Mi sembra che Alfano - dice il leader centrista - abbia già scelto tra Lega ed Udc, perché sorregge un governo con Pd e Terzo Polo».
Si vedrà con il passare dei mesi. Anche perché, spiega il segretario del Pdl dopo aver annunciato la nomina di Frattini a responsabile esteri del partito, «a gennaio si rivedrà l’organigramma» di via dell’Umiltà.
Anche se per il Pdl si apre una grana anche al Parlamento europeo visto che l’eurodeputato Salatto smentisce che i tre aderenti al Fli siano in trattativa per un ingresso nell’Alde (i liberali dove siede anche l’Idv) ma minaccia comunque una fuoriuscita dal gruppo Pdl per dar vita con i sei dell’Udc e i due di Mastella a una componente autonoma del Terzo polo.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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