La cotenna di maiale «con peli» addentata insieme alle lasagne da un bimbo delle elementari di via Iseo. È successo il 4 febbraio. Ma anche un anno fa un pezzo di cotica «irsuta» era finito per errore nella carne macinata destinata alla mensa scolastica. Tutte e due le volte la Milano Ristorazione, che cucina e distribuisce 80mila pasti al giorno, ha cambiato il macellaio fornitore. Ieri a Palazzo Marino la commissione Educazione si è riunita per fare il punto sulla qualità dei cibi proposti ai bambini e il presidente Michele Carruba ha risposto alle domande dei consiglieri dopposizione. Tocca a Patrizia Quartieri (Rifondazione Comunista) esporre il cahier de doleances, le richieste di mamme e insegnanti impegnate ad assaggiare i cibi nelle varie scuole. «Ci chiedono di eliminare i prodotti industriali a base di carne, di macinare i pezzi sul momento, di ricorrere alla filiera corta e non ai fornitori esteri. Come mai polli e mozzarelle provengono dalla Germania, i latticini da aziende che producono latte in polvere? E poi - chiede Quartieri - siamo sicuri che 160mila piatti e 80mila bicchieri di plastica (comprese le guaine protettive in pvc che col calore si deformano) siano la soluzione più ecologica e sana?». Risponde Carruba: «Scegliamo solo prodotti di prima qualità, i cibi vengono esaminati al magazzino di Linate. La nostra non è un azienda a scopo di lucro ma di servizio, i menù sono studiati a tavolino da esperti nutrizionisti, siamo convinti che gli errori alimentari commessi a questa età si ripercuotano poi nella vita adulta.
Per legge dobbiamo fare gare internazionali, lItalia fa parte della Ue, a parità di qualità preferiamo la filiera corta ma non sempre chi è vicino dispone delle quantità che ci servono. Su mille materie prime solo dieci vengono dallestero. La plastica? Abbiam fatto la scelta che ha meno impatto sullambiente»- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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