La Pellegrini polemica: «Se perdo ai Mondiali, qualcuno festeggerà»

La campionessa veneta alla vigilia dell'appuntamento romano è velenosa nei confronti della Fin in un'intervista a Vanity Fair: «Dopo l'oro di Pechino, pensavo che sarei stata almeno rispettata, invece non è stato cosi. Il problema è che sono del circolo Aniene, quello di Giovanni Malagò... Quando smetterò, dopo Londra 2012, sogno di fare la modella»

La regina delle piscine sogna un fisico da modella. Federica Pellegrini, che si appresta a partecipare ai Mondiali di nuoto di Roma 2009, si confessa a Vanity Fair. «Vorrei essere sottile e non lo sarò mai. Mi piacerebbe, quando smetterò, dopo l'Olimpiade di Londra 2012 forse, fare qualcosa nella moda», dice la primatista mondiale dei 200 e 400 stile libero, alla quale il magazine dedica la copertina del numero in edicola domani. Com'è il fisico che vorrebbe e non avrà? «Quello da modella», risponde senza esitazioni. L'immagine, per la campionessa, conta. «Sì. Un sacco di gente mi guarda. Sono vanitosa, mi guardo un sacco... Va già meglio. Non avrò mai il fisico che voglio, ma rispetto ai quindici anni, al periodo terribile di Milano, quando ingrassavo a vista d'occhio, adesso sono quasi soddisfatta», dice ripensando anche al passato.
Nel servizio, in cui posa nuda e dipinta d'oro («è il primo servizio fotografico in cui mi sono sentita donna», sottolinea), la Pellegrini fa polemica contro la Federnuoto: «Se vinco faranno tutti finta di essere felici, ma staranno recitando». E se i Mondiali dovessero andare male? «Già vedo la scena: riceverò una pacca sulle spalle, consolazione davanti al pubblico, poi andranno di là a festeggiare. Dopo Pechino, dopo aver vinto una medaglia d'oro, pensavo che sarei stata almeno rispettata e trattata con un minimo di riguardo. Invece non è stato cosi». Qual è il problema?, le viene chiesto. «Forse proprio che ho vinto - la sua risposta -. E che sono del circolo Aniene, quello di Giovanni Malagò».
E quando le chiedono se il presidente della Fin Paolo Barelli le è simpatico ribatte: «Oddio, vuoi scrivere la risposta nell'intervista? Allora è meglio che risponda dopo i Mondiali, fino ad allora preferisco tacere. Ne avrei di cose da dire, ma non adesso». L'azzurra dopo i Mondiali lascerà l'Italia per trasferirsi negli Stati Uniti. E dice che una vittoria mondiale non cambierebbe nulla, anzi per lei dopo l'oro sarebbe ancora peggio. «Ma comunque me ne andrò sei mesi in America e sarò serena. In caso venisse un oro o magari due, le dediche sono già pronte: «A me stessa, alla mia famiglia, a Luca Marin, il mio fidanzato, a Malagò, all'allenatore». Se va male, di chi sarà la colpa? «Mia». Riesci a essere contenta per le vittorie degli altri? «Dipende. Lo sono se loro sono altrettanto contenti per me». Per chi potresti essere contenta in caso di vittoria a Roma? «Per Luca».
Nell'intervista la Pellegrini confessa un incubo che la perseguita prima di ogni gara: «Io sono ai blocchi di partenza, ma non faccio in tempo a togliermi l'accappatoio, quello blu, proprio il mio. Allora mi butto in acqua così, nuoto avendolo addosso, la cintura annodata. A ogni bracciata s'infradicia, diventa più pesante, ma io vado avanti, sono staccata, non vincerò mai, ma quel che conta è arrivare al traguardo, non affondare. E ci riesco».
Nella sua carriera ci sono stati momenti di gloria ma anche altri meno felici, come la crisi asmatica agli Assoluti invernali di Genova. «Non riuscivo a prendere aria - racconta -, la gola si chiudeva e ho dovuto fermarmi. Una parte di me mi stava dicendo qualcosa. C'è la gara breve, i 200, che faccio in scioltezza. E poi la distanza lunga, che mi costa di più. E una parte di me non voleva».
Succede spesso che le due Federiche litighino? «Sì. Adesso meno, in passato molto di più«. Adesso grazie all'aiuto psicologico ne è venuta fuori e ha imparato un metodo ripetendosi mentalmente una frase: "Non è reale, non è reale...". Cioè: «È nella mia testa, ma non è nella realtà. Non sta succedendo realmente se io non lo consento».
A Pechino ha sbagliato la gara lunga, «come al solito», ma poi ha recuperato nell'altra. E contro chi lancia sospetti di doping contro di lei risponde: «Ma io faccio una marea di controlli antidoping, come potrei passarli se prendessi qualcosa?».

Anche se qualcuno quel "qualcosa" lo prende, c'è chi lo prende, «come in tutti gli sport». Ma lei dice di non essersi mai fatta nemmeno una canna, come confessato invece da Michael Phelps. «Poi non credo che aiuti - spiega -. Lui ha sbagliato a farlo, ha dato un'immagine sbagliata».

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