Perché il quantitative easing potrebbe essere fallimentare per la Bce

L'allarme del Wall Street Journal: "La Bce potrebbe avere difficoltà a reperire titoli di Stato con un rating elevato, a partire dai bund tedeschi"

Perché il quantitative easing potrebbe essere fallimentare per la Bce

Quantitative easing: ne avevamo parlato, avevamo cercato di capire come potesse, nei piani della Bce, concorrere al risanamento dell'eurozona.

Oggi dagli Usa arriva però un campanello dall'allarme. È il Wall Street Journal a dirlo, con un lungo articolo di Christopher Wittall in cui si sottolinea come il massiccio acquisto di titoli di stato da parte dell'istituto di Francoforte potrebbe non bastare.

O meglio, potrebbe non decollare proprio: il problema è innanzitutto quello di come reperire il denaro (si parla di centinaia di migliaia di euro) necessario all'operazione. Con il quantitative easing, ogni mese a partire dal mese prossimo la Banca centrale europea acquisterà 60 miliardi di euro di obbligazioni fino a settembre 2016.

“Sarà molto impegnativo per la Bce trovare abbastanza obbligazioni statali per raggiungere gli obiettivi del Qe”, ha commentato però Anthony O’Brien, co-responsabile della strategia di rating europeo presso Morgan Stanley.

Secondo il quotidiano finanziario di New York la Bce potrebbe incontrare diversi problemi a reperire i titoli di Stato, soprattutto quelli con rating elevato. Un esempio per tutti, i bund tedeschi, che nelle previsioni della vigilia dovrebbero costituire quasi un quarto degli acquisti totali, oltre 12 miliardi di euro al mese. Tuttavia, come ha rilevato Morgan Stanley, la Tesoreria di Berlino ha previsto emissioni di obbligazioni per importi molto inferiori a quelli previsti per gli acquisti di Eurotower. La stima è che durante tutto il periodo del quantitative easing, la Bce dovrà comprare bund per un valore superiore a quello stimato per la crescita dei buoni tedeschi nel medesimo tempo.

E chi sogna ottimistici paragoni con la situazione americana viene ammonito: il quantitative easing avviato dalla Federal Reserve prendeva le mosse quando l'offerta di bond da parte del Tesoro americano era ben diversa - e molto più ricca.

Dai piani alti della Bce assicuramno che gli investitori disposti a vendere si troveranno, soprattutto tra le banche e le istituzioni fuori dell'eurozona. Ma a New York rimangno scettici, sottolineando peraltro come la domanda degli investitori abbia già fatto crollare vertiginosamente il rendimento dei bund decennali nell'ultimo anno. “C’è già un’enorme scarsità di Bund sul mercato”, spiega Philipp de Cassan, responsabile dell’euro core rates trading presso Nomura. “Stiamo già assistendo ai sintomi del programma di acquisto della Bce”.

Da Barclays invece parla Cagdas Aksu, rates strategist, che spiega come sia improbabile che gli investitori europei passivi e le banche vendano i titoli di Stato tedeschi in larga misura: questo "a causa dei mandati di investimento e di ragioni di natura regolamentare”. In molti cioè venderebbero, ma non tutti potranno farlo.

Insomma, piuttosto che acquistaer titoli di Stato con un cattivo rating, meglio tenersi i bund: per tenersi gli asset migliori gli investitori sono disposti a pagare.

Dalla Bce fanno sapere che la scelta dei titoli di Stato da acquistare sarà pertanto "flessibile", nella speranza che, al giusto prezzo, i venditori si trovino. Certo, c'è il vincolo autoimposto di non detenere più del 25% di ogni genere di bond, ma diversi osservatori ritengono che questo limite potrebbe essere allentato.

D'altronde, un'ulteriore richiesta di Bund decennali, con conseguente ulteriore calo dei

rendimenti, potrebbe sortire proprio l'effetto voluto dalla Bce, che, spiega Luke Batholomew, gestore di investimenti presso Aberdeen Asset Management, "punta ad aumentare il flusso di cassa nel sistema."

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