Sono trascorsi vent’anni dalla scomparsa di Alberto Sordi, punto di riferimento del cinema nostrano e insuperabile protagonista della stagione fortunata della commedia all’italiana. Decine di successi e di interpretazioni indimenticabili, personaggi che hanno rappresentato nel migliore dei modi l’italiano medio tra vizi e virtù. Da “Un americano a Roma” a “Il marchese del Grillo”, sono tanti i titoli entrati nell’Olimpo della settima arte. Ma c’è anche un altro aspetto dell’attore capitolino che pochi conoscono: l’Alberto Sordi privato, anzi segreto.
Tra i divi del cinema italiano, l’”Albertone nazionale” ha sempre dedicato la massima importanza alla vita privata. A questo aspetto Igor Righetti – cugino di secondo grado dell’interprete da parte di nonno – ha dedicato il libro “Alberto Sordi segreto”: scritto per Rubbettino nel 2020, è arrivato all’undicesima ristampa ed è tornato in libreria in questi giorni in occasione del ventennale della morte. Sono tante le storie, molti gli aneddoti sulla leggenda capitolina: ecco 5 segreti che non tutti conoscono.
Le pietanze preferite e i cibi sgraditi
Intervistato dall’Agi, Igor Righetti ha raccontato le preferenze culinarie del cugino Alberto Sordi. Un uomo semplice che amava il cibo semplice: alle ostriche e allo champagne preferiva la bruschetta e un bel bicchiere di vino. Tra i cibi preferiti è impossibile non citare l’anguria e il pesce, affiancati dal meglio della cucina romana e italiana: dagli spaghetti al pomodoro alle polpette. La pasta era la regina: “Alla pasta non sapeva rinunciare: dagli spaghetti alle fettuccine, dai bucatini agli gnocchi ma sempre al sugo di pomodoro, mai in bianco”. Nell’elenco delle pietanze sgradite, invece la minestra di verdure e i funghi (“lo terrorizzavano: li riteneva tutti velenosi”, ndr).
Il nonno fornaio
La famiglia ha ricoperto un ruolo cruciale nella vita di Alberto Sordi e c’è un dettaglio che molti non conoscono: il nonno dell’”Albertone nazionale” faceva il fornaio a Valmontone. Ecco il ricordo di Righetti: “La mamma Maria Righetti era nata a Sgurgola, in provincia di Frosinone, mentre il papà Pietro a Valmontone, in provincia di Roma, dove il nonno faceva il fornaio. In omaggio al padre, in due suoi film citò il nome della cittadina: ne ‘Il marchese del Grillo’ e ne ‘Il tassinaro’".
Il no ai personaggi politici
Alberto Sordi ha regalato tante, tantissime interpretazioni eccellenti nel corso della sua carriera. Ma non ha mai voluto vestire i panni di un politico. “Diceva che recitavano già loro e che sarebbe stata una sovrapposizione inutile”, la spiegazione di Righetti: “Con la sua ironia sottolineava che qualche parlamentare avrebbe meritato l’Oscar per la credibilità delle loro interpretazioni”. Non mancarono le proposte di ingresso nella politica e le candidature su un piatto d’argento, tutte rifiutate.
Non amava essere chiamato “Albertone”
I genitori dell’attore, Pietro Sordi e Maria Righetti, persero il terzogenito pochi giorni dopo il parto, il 24 maggio 1916. Il bambino si chiamava Alberto. Un dolore enorme, pressoché impossibile da lenire, tanto da spingere i coniugi a non parlarne mai. Questo il racconto di Righetti:“Lui sapeva che il suo nome gli fu dato proprio in ricordo del fratello scomparso. E anche per questo motivo non voleva essere chiamato Albertone”.
Il suo rimpianto più grande
Il grande affetto del pubblico, i successi al botteghino, i numerosi riconoscimenti. Ma anche qualche rimpianto.
Il più grande? Non essere stato candidato dall’Italia agli Oscar: “Ma lui ci sperava ancora ad averne uno. Ci raccontò che Charlie Chaplin lo aveva ricevuto a 83 anni. Alberto, invece, è morto a quasi 83 anni, ma l’ambita statuetta non è mai arrivata”.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.