
Cosa non si fa per tirare a campare, per un po' di visibilità che garantisce qualche titolo di giornale. Nella teorizzazione di Andy Warhol ci sono 15 minuti di celebrità, ora ci si accontenta di averne 5. Ognuno fa quel che può, dopo tutto. Per i sinistri, nella definizione di Chiara Francini di qualche tempo fa, il modo più rapido di arrivarci è accusare l'attuale governo di essere fascista. E Giorgia Meloni, ça va sans dire, di essere la più fascista tra i fascisti. È un copione ormai noto, pure stantio ormai, sempre uguale e sempre più noioso. Eppure, a sinistra, non si stancano mai di puntare il dito contro Meloni per accusarla di fascismo. In questo stesso periodo, l'anno scorso, è stato Antonio Scurati a guadagnarsi qualche luce e non si può negare che quella polemica sul nulla abbia giovato alla sua popolarità. E forse per questo motivo quest'anno ci ha provato Fulvio Abbate, di cui effettivamente non si sentiva parlare ormai da qualche tempo.
"In Italia c’è un governo di fascisti", è il ragionamento di Abbate, secondo il quale a capo c'è "Giorgia Meloni che è una fascista che non ha mai compito un gesto di discontinuità rispetto alla sua miserabile storia politica". Da qui l'invito a "tornare nelle fogne". Quanta schiena dritta per il "compagno" Abbate, quanta integrità e quanto coraggio nel denunciare i fascisti sui social. No, è sarcasmo. La sparata di Fulvio Abbate è irricevibile per tanti motivi ma stare qui a elencarli diventerebbe noioso, anche perché sono sempre gli stessi. Tuttavia, allo scrittore quest'anno è andata proprio male la sortita antifascista contro Meloni e il governo, perché il premier, nella sua nota in occasione del 25 aprile, ancora una volta, ha preso chiaramente le distanze dal fascismo storico.
"In questa giornata, la Nazione onora la sua ritrovata libertà e riafferma la centralità di quei valori democratici che il regime fascista aveva negato e che da settantasette anni sono incisi nella Costituzione repubblicana. La democrazia trova forza e vigore se si fonda sul rispetto dell’altro, sul confronto e sulla libertà e non sulla sopraffazione, l’odio e la delegittimazione dell’avversario politico", ha dichiarato il presidente del Consiglio. Poi certo, nemmeno questo sembra bastare alla sinistra, perché Meloni non si è dichiarata antifascista. Ma se l'avesse fatto sarebbe stata accusata di ipocrisia. Come se non si conoscessero ormai a menadito i pretesti di quella parte politica.
La verità, tuttavia, è solo una: hanno bisogno del fantasma del fascismo per esistere e visto che non c'è se lo creano. Senza di quello non ci sarebbero loro. Peccato per Abbate, sperava che la sortita gli garantisse la visibilità come Scurati. Ma gli è andata male.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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