
I punti chiave
Nel 1983 l’allora principe di Galles Carlo e la ventunenne Lady Diana partirono per un royal tour di sei settimane in Australia. Un viaggio che doveva far conoscere ancora meglio la coppia e, in particolare, quella che per tutti sarebbe diventata, un giorno, la Regina consorte d’Inghilterra. Dal punto di vista diplomatico quei giorni dall’altra parte del mondo furono un successo e accrebbero la popolarità della royal family. Da una prospettiva più personale, invece, sarebbero stati un fallimento, la prova che il matrimonio dei principi non poteva funzionare. Quel tour avrebbe contribuito a scavare delle crepe profonde tra Carlo e Diana. Una di queste sarebbe ancora ben visibile nella foto che ritrae la principessa scossa da un pianto apparentemente senza motivo.
Le lacrime della principessa
“Ero a pochi metri dalla [principessa] e pianse per un paio di minuti”, ha ricordato il fotografo Ken Lennox nel documentario “Inside the Crown: Secrets of the Royals” di ITV (2020). Fu lui a scattare la celebre foto in bianco e nero che immortala Diana in lacrime di fronte alla Sydney Opera House, durante il tour in Australia iniziato nel marzo 1983.
Per la principessa quel viaggio, ricostruito anche nella quarta stagione della serie “The Crown”, fu “un terrificante battesimo del fuoco”, ha scritto il biografo Andrew Morton sul New York Post, qualcosa di “assolutamente traumatico”. Carlo e Lady D erano sposati da meno di due anni, tutti volevano vedere la favola dei principi felici, Diana doveva mostrarsi sempre affabile, sorridente, a suo agio in ogni situazione, sebbene non si fosse ancora davvero abituata ai ritmi della corte britannica.
In più la giovane coppia aveva deciso di portare in viaggio anche il piccolo William, che all’epoca aveva appena nove mesi. Una scelta che suscitò le polemiche di quanti ritenevano che il bambino non fosse ancora in grado di affrontare un periodo così lungo lontano da casa e ricordavano che la regina Elisabetta preferiva lasciare i figli a Palazzo con le tate. La pressione su Carlo e la moglie era alle stelle anche per motivi politici: il tour era stato organizzato dalla Casa reale britannica per riuscire a contrastare il vento repubblicano che soffiava sull’Australia, favorito anche dall’allora primo ministro del Paese, Robert Hawke.
La principessa, però, affrontò con serietà tutti gli impegni di quelle settimane, mettendocela tutta per ottenere l’approvazione del marito e della suocera. Infatti, nei giorni precedenti alla partenza, secondo la corrispondente dell’Associated Press, Grania Forbes, citata da Vogue.com, la regina Elisabetta sarebbe stata “terribilmente preoccupata” per l’esito del viaggio a causa “della giovane età di Diana e della sua apparente timidezza”.
Gli sforzi furono ripagati, almeno in parte. Nonostante gli iniziali segni di fatica, “gli occhi bassi”, scrisse il Sydney Tribune Herald, forse dovuti al sole accecante, Diana conquistò le simpatie degli australiani. La folla accorreva per vederla da vicino, come attirata da una forza magnetica speciale, sconosciuta, mentre la stampa inglese e locale lodava il suo senso del dovere e la sua eleganza.
Quel giorno davanti al Sydney Opera House, però, qualcosa andò storto. Il sorriso di Diana si spense di colpo, lasciando il posto a un’apparentemente immotivata disperazione. Lennox, preoccupato dall’accaduto, andò “a trovare l’addetto stampa del principe e della principessa e dissi: ‘Cosa è successo?’”. Dopo aver visionato la fotografia, il collaboratore dei principi avrebbe cercato di minimizzare l’accaduto attribuendolo allo stress, al caldo, al jet lag.
Del resto il 22 marzo 1983, tre giorni dopo l’arrivo della coppia reale in Australia la stessa principessa aveva ammesso all’Associated Press, citata da Vogue.com: “Non riesco a sopportare il caldo”. Perfino Carlo si era scusato perché entrambi si sarebbero sentiti stanchi e disorientati dopo il lungo viaggio.
Ken Lennox non avrebbe creduto neppure per un momento a quelle che considerava solo delle scuse. “È stato il primo segnale che qualcosa non andava”, ha rivelato nel documentario. Tuttavia all’epoca, ha spiegato Marie Claire, per evitare polemiche decise di catalogare la foto con una didascalia innocua: “Espressione buffa”. Grazie a queste due parole lo scatto venne dimenticato per quasi vent’anni dai tabloid, fino al 2020 quando fu riscoperto grazie all’eco mediatica suscitata dalla serie Netflix “The Crown”.
A formare l’opinione del fotografo sarebbe stato soprattutto l’atteggiamento del principe di Galles di fronte alle lacrime della moglie: “Non credo che Carlo se ne accorse. E anche se l’avesse fatto, era tipico di lui guardare dall’altra parte”. Quale sarebbe la ragione di questa presunta indifferenza e, soprattutto, perché Diana scoppiò a piangere all’improvviso?
Gelosia
È impossibile sapere quale fu la causa scatenante delle lacrime di Diana, se fu un pensiero a turbarla, o magari una parola, un gesto di Carlo precedenti all’evento. Oppure, ancora, se le ragioni furono molteplici, diversi episodi, diverse sensazioni accumulatesi nel tempo ed esplose di colpo. Questo breve momento di sconforto rimarrà per sempre un enigma. Sono state fatte alcune supposizioni, nessuna suffragata da fatti, ma quasi tutte riconducibili al disastroso legame con l’attuale Re.
I tradimenti, le ripicche, i continui disaccordi, però, spiegherebbero solo in parte la reale motivazione di quel pianto. Tra le ipotesi fatte dopo che la fotografia di Lennox è tornata alla ribalta, cinque anni fa, ce ne è una molto interessante, che ruota attorno alla presunta gelosia di Carlo nei confronti di Diana.
Quest’ultima era riuscita, quasi del tutto inconsapevolmente, ad attirare l’attenzione su di sé, mettendo in ombra il marito. Proprio lei che era entrata a far parte della royal family da poco tempo e non aveva l’esperienza del principe per quel che concerneva la comunicazione con il pubblico. Eppure Diana, da sola, era stata in grado di stabilire un contatto diretto con gli altri e di gran lunga più spontaneo di quello di Carlo e di tutta la sua famiglia. In questo era un talento naturale. Possedeva la dote innata del fascino, del carisma, tutto ciò che il principe non aveva.
Infatti mentre il futuro Re manteneva un approccio formale, pronunciando discorsi e agendo all’interno dei rigidi confini del protocollo, sua moglie avrebbe cercato di capire meglio le persone che aveva di fronte, di entrare nel vero spirito del popolo australiano. Non a caso il 6 aprile 1983 la Abc disse: “La principessa sembrava ansiosa di incontrare le persone molto più di suo marito. Dispensava curiosità sulla salute del principe William, il tempo e scherzando chiese a un’anziana se avesse del whiskey nel suo cestino da picnic”.
Il 9 aprile il Times of London, citato da Vogue.com, titolò: “La principessa che ha vinto il cuore dell’Australia”. L’Evening Standard mise in evidenza che Diana era anche riuscita a compiere la missione diplomatica per cui si trovava in tour con Carlo: “Il viaggio ha riportato i repubblicani indietro di dieci anni”. Sydney, poi, decretò il vero trionfo della principessa: “Le persone di questa città tra le più sofisticate d’Australia sono impazzite per la ventunenne, delicata rosa d’Inghilterra e la circondavano da un lato all’altro della città”. Tutto questo avrebbe indispettito Carlo, forse disorientato e sbigottito dal successo della moglie, che lo aveva travolto e trascinato ai margini della popolarità.
Un principe “orgoglioso”
Nel libro “The Diana Chronicles” (2007) Tina Brown sostiene che l’addetto stampa della coppia, Victor Chapman, avrebbe ricevuto “a tarda notte delle telefonate di Carlo che si lamentava della scarsa copertura mediatica a lui destinata rispetto ai toni agiografici riservati alla moglie”.
Nella biografia “Prince Charles. The Passions and Paradoxes of an Improbable Life” (2017) Sally Bedell Smith ha scritto: “Il principe era imbarazzato poiché la folla favoriva palesemente [Diana] rispetto a lui. Dal canto suo Diana era turbata dall’interesse sproporzionato nei suoi confronti, in particolare quando capì che ciò infastidiva Carlo”. Il principe, però, sarebbe stato anche turbato dalle conseguenze che questa specie di assedio mediatico e popolare avrebbe avuto sulla vita e sull’emotività di Diana, ha precisato Sally Bedell Smith: “Nelle lettere agli amici Carlo descriveva la sua angoscia per l’impatto che ‘tutta questa attenzione ossessiva e folle stava avendo su sua moglie’”.
Anche Lady Diana parlò del tour in Australia nell’intervista concessa alla Bbc nel 1995: “Eravamo in giro per l’Australia…e si potevano sentire [le persone] che dicevano: ‘Oh, [la principessa] è dall’altro lato” della strada, per esempio. “Ora, se sei un uomo come mio marito, un uomo orgoglioso, ti infastidisce sentire queste cose ogni giorno per quattro settimane”. In realtà il viaggio durò sei settimane, ma il senso del messaggio di Diana non cambia. “Con l’attenzione dei media arrivò tanta gelosia. Per questa ragione si verificò un buon numero di situazioni complicate”, aggiunse la principessa. “In un certo senso fu l’inizio della fine”.
Secondo quanto riportato dal Daily Mail Diana avrebbe confessato al biografo Andrew Morton: “[Carlo] era geloso. Capivo la gelosia, ma non riuscivo a spiegare che non avevo chiesto io [tutto] questo”. La principessa ha sempre sostenuto di non aver cercato l’interesse del pubblico, ma di esserne diventata semplicemente la destinataria senza riuscire a spiegarsi davvero il perché. All’inizio, a quanto pare, non sarebbe stata neppure in grado di gestirlo: “Piangeva a dirotto, incapace di affrontare l’attenzione costante”, ha spiegato ancora Morton.
Tuttavia quanto raccontato da Diana sia al biografo, sia nell’intervista alla Bbc non chiarisce affatto le circostanze in cui venne scattata la fotografia che la ritraeva in lacrime.
La principessa non si sarebbe mai soffermata pubblicamente su quel ricordo, non avrebbe mai spiegato le cause esatte di quella tristezza che, oltre il pianto, oltre la foto scattata quasi per caso, l’accompagnò tutti i giorni della sua vita.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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