L'ammissione del capo degli 007 di Londra: "Aiutiamo la resistenza ucraina contro Mosca"

Nel corso di un evento pubblico il capo dell'MI6 parla di Ucraina citando Churchill e ricordando le operazioni di sabotaggio compiute nella Francia occupata dai nazisti

L'ammissione del capo degli 007 di Londra: "Aiutiamo la resistenza ucraina contro Mosca"
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Le spie del Regno Unito potrebbero essere impegnate attivamente nel sostenere le azioni dell'Ucraina contro i russi. Nel corso di un’occasione pubblica Richard Moore, il direttore del Secret Intelligence Service (SIS, anche noto come MI6), ha infatti pronunciato un inconsueto discorso quasi confermando il supporto che gli 007 di Londra starebbero fornendo agli uomini di Kiev impegnati a combattere l’esercito russo.

Moore, intervenuto all’ambasciata britannica a Parigi assieme al suo omologo francese Nicholas Lerner in occasione del 120esimo anniversario dell’Intesa Cordiale tra i due Paesi, si è rivolto al pubblico presente all’evento menzionando "la fiamma della resistenza francese” durante la Seconda guerra mondiale. Una fiamma che a sua volta è stata accesa dagli agenti dello Special Operation Executive (SOE, l’antenato dell’MI6) “incaricati da Churchill di dare fuoco all’Europa” occupata dai nazisti. "Dopo la guerra”, ha proseguito Moore, “il SOE fu accorpato all’SIS e noi custodiamo gelosamente la nostra tradizione di azioni segrete che manteniamo viva ancora oggi aiutando l’Ucraina a resistere all’invasione russa”. Con queste parole il capo dell’MI6 ha lanciato un messaggio molto chiaro a Mosca e all’opinione pubblica internazionale collegando gli sforzi di Londra e della coalizione occidentale alla lotta intrapresa da Winston Churchill contro Hitler.

Moore evoca le azioni degli agenti segreti che nel corso del Secondo conflitto mondiale si paracadutarono nella Francia occupata facendo saltare ponti, fabbriche e linee ferroviarie su ordine del primo ministro inglese. Il direttore dell’MI6 traccia dunque così un collegamento tra tali operazioni e quelle condotte dagli ucraini senza precisare se le iniziative di Kiev a cui allude sono solo quelle eseguite nei territori strappati da Mosca o anche quelle portate a termine in pieno territorio russo.

L’Ucraina ha spesso compiuto sabotaggi in Russia colpendo ferrovie, ponti e raffinerie, oltre ad aver assassinato comandanti dell’esercito russo. L'intervento di Moore e il riferimento a Churchill sembrano voler seminare il sospetto che l’MI6 sia impegnato in forma attiva nel supportare le azioni di Kiev. A riprova di ciò l’agenzia di stampa russa Tass ha definito il discorso di Moore come un’”ammissione” del "coinvolgimento di Londra in operazioni segrete in Ucraina”.

Il capo delle spie di Sua Maestà ha lanciato inoltre un allarme sull’instabilità internazionale generata dalla guerra in Europa orientale sostenendo “di non aver mai visto in 37 anni nell’intelligence un mondo in uno stato così pericoloso”. Se Mosca dovesse prevalere riducendo l’Ucraina ad uno Stato vassallo, ha ragionato ancora Moore, “Putin non si fermerà“ comunque e “la Cina valuterà le implicazioni, la Corea del Nord si farà più spregiudicata e l’Iran diventerà ancora più pericoloso”.

Già a settembre scorso Moore aveva pubblicato insieme al direttore della Cia William Burns un editoriale sul Financial

Times descrivendo la minaccia “al sistema equilibrato che ha portato a una relativa pace e stabilità e ha fatto crescere il tenore di vita, le opportunità e la prosperità” dopo la fine della Guerra Fredda.

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