"Fake news dalla Russia”. La mossa contro Kate per destabilizzare il regno

La Russia sarebbe responsabile di buona parte delle fake news sulla salute di Kate Middleton e delle conseguenti rivelazioni pubbliche che la principessa fece nel marzo 2024

"Fake news dalla Russia”. La mossa contro Kate per destabilizzare il regno

L’annuncio del cancro di Kate Middleton, un anno fa, fu un duro colpo per tutti, non solo per quanti ammirano la principessa e seguono le vicende della royal family britannica. Il discorso, diffuso attraverso un videomessaggio, arrivò dopo settimane di assurde teorie di cospirazione nate sul web che coinvolgevano la futura Regina. Da alcuni mesi, però, sono diventate sempre più insistenti delle indiscrezioni secondo cui una parte delle ipotesi surreali e ridicole circolate sui social sarebbero state abilmente costruite dalla Russia per generare confusione e apprensione tra i sudditi di Sua Maestà, destabilizzando tutto il regno.

Il discorso di Kate

“A gennaio mi sono sottoposta a un’operazione addominale a Londra e in quel momento si riteneva che la mia non fosse una forma tumorale”, spiegò Kate nel discorso del 22 marzo 2024, citato dalla Cnn. “Malgrado ciò i test post operatori rilevarono la presenza di un cancro…”. Il videomessaggio gettò tutti nello sconforto, sollevando dubbi non solo sul destino della principessa del Galles, ma dell’intera monarchia.

Quelle parole, però, misero anche fine a mesi di tremende, insensate illazioni sui motivi per i quali Kate non compariva più in pubblico dal Natale precedente e non dava più notizie di sé, della sua condizione, dall’operazione all’addome, avvenuta il 17 gennaio 2024. Sui social, infatti, alcuni sostenevano che la principessa fosse “in coma”, altri ne temevano perfino la morte. Non mancò chi ipotizzava che Kate soffrisse di disturbi alimentari come Diana e chi parlò di un lifting, o addirittura della donazione di un rene a Carlo III.

Lo scandalo della foto ritoccata che la principessa del Galles pubblicò il 10 marzo 2024, in occasione della Festa della Mamma e che la ritraeva con i tre figli, non fece altro che accrescere dubbi e strambe teorie di complotto. Per ristabilire la verità Kate avrebbe scelto di scrivere da sola il discorso pronunciato nel marzo 2024. Senza l’aiuto dello staff di Kensington Palace. Una decisione presa “due settimane prima” che il videomessaggio venisse diffuso, come ha precisato alla Bbc Victoria Newton, editor del Sun.

La principessa spiegò anche la ragione che l’aveva indotta ad attendere in silenzio prima di raccontare le sue vicissitudini: “[Ciò che è accaduto] è stato uno shock e William e io abbiamo fatto tutto ciò che potevamo per gestire [la situazione] in privato per il bene della nostra giovane famiglia. Come potete immaginare, ci è voluto tempo. Mi ci è voluto tempo per riprendermi dall’intervento, in modo da cominciare il trattamento. Ma, soprattutto, ci è voluto tempo per spiegare tutto a George, Charlotte e Louis in una maniera che fosse appropriata per loro…”.

Senza dubbio la convalescenza dopo l’operazione del 17 gennaio 2024 e la necessità di spiegare ai bambini la questione senza spaventarli sono due motivi imprescindibili, che spiegano perfettamente il lungo silenzio dei principi di Galles e la decisione di affrontare il pubblico solo due mesi dopo l’operazione subita da Kate.

Tuttavia sembra che nella redazione del discorso e nella scelta del momento più opportuno per pronunciarlo la principessa non abbia dovuto tenere conto solo della presenza dei figli e della pressante attesa che si era creata attorno alla sua figura e alle sue condizioni di salute, ma anche di un pericolo molto grave: le presunte false notizie messe in circolazione sul web da hacker russi pronti a destabilizzare il regno e la monarchia sfruttando la sua malattia.

“Doppelgänger”

Kate Middleton sarebbe stata costretta ad accelerare i tempi, scrivendo il discorso del 22 marzo non solo per placare il web, ma soprattutto per mettere a tacere definitivamente alcune fake news ben precise. Non parliamo tanto delle bugie inventate da utenti magari un po’ troppo fantasiosi, ironici, o in vena di raccontare bufale per chissà quale strana e discutibile forma di divertimento, bensì delle menzogne generate ad arte da esperti. Da chi sapeva come e dove colpire la royal family e avrebbe avuto tutto l’interesse a farlo.

Nell’ottobre 2024 Gb News annunciò che il governo britannico avrebbe punito il gruppo “Doppelgänger”, accusato di aver diffuso false notizie sulla salute della principessa del Galles. Si tratterebbe di una “rete di disinformazione russa”, ha scritto ancora il sito di Gb News, “costituita da sei agenzie russe e individui” che avrebbero “provato a istigare la divisione all’interno dei Paesi che supportano l’Ucraina nella guerra contro la Russia”. Lo stesso gruppo di disinformazione scoperto dalla Francia e denunciato pubblicamente nel giugno 2023, che sarebbe in grado anche di ricostruire pagine web di siti autorevoli e perfino istituzionali riempiendole di notizie fasulle ma favorevoli alla propaganda russa.

Il Foreign Office britannico non ha esitato a definire “Doppelgänger” “un’ampia, malefica rete online” che userebbe le false notizie per screditare, distruggere, creare caos. In poche parole per disintegrare la democrazia e far dissolvere i valori di libertà e giustizia conquistati nei secoli con grande fatica e a costo di molte vite. Il ministro degli Esteri britannico David Lammy, citato dalla Bbc, è stato molto chiaro in proposto: “Putin è capace di tutto pur di minare il supporto europeo all’Ucraina da ricorrere a goffi, inefficaci tentativi di accrescere il disordine”.

Nel Regno Unito la presenza del gruppo di disinformazione russo è stata individuata dall’Università di Cardiff. Il direttore del Security, Crime and Intelligence Innovation Institute dell’Università, il professor Martin Innes, ha spiegato ancora alla Bbc: “Il metodo distintivo di Doppelgänger è quello di implementare un grande numero di account di social media usa e getta per inondare lo spazio dell’informazione su determinate storie”. Per quanto riguarda Kate il modus operandi sarebbe stato molto semplice: “Questo [sistema] è particolarmente potente quando sono in grado di amplificare la narrativa che sembra meno apertamente politica”.

Non sarebbe affatto strano: il legame tra la malattia della principessa e le questioni politiche interne o estere è meno evidente. Non molti si sono posti il problema dell’impatto del cancro di Kate sui britannici, sul loro morale, sulla tenuta della monarchia, né tantomeno hanno immaginato che questa situazione potesse essere sfruttata per generare instabilità nel Paese. Questo porta troppe persone a condividere dei contenuti falsi senza neppure sospettare che dietro vi possa essere una campagna di disinformazione a fini politici.

Innes ha continuato: “È esattamente quel che [il gruppo] ha fatto provando a sfruttare i pettegolezzi e le teorie di complotto sulla principessa del Galles. Ripetendo e rilanciando [le fake news] sono stati capaci di disperdere i loro messaggi anti-ucraini, mentre attaccavano un’istituzione britannica chiave, la royal family”.

I principi erano “sconvolti”

Profili falsi creati per costruire, diffondere fake news su Kate in maniera insistente, così da stordire gli utenti, in un certo senso. “Riguarda la destabilizzazione”, ha detto Innes alla Nbc nel marzo 2024. “Si tratta di minare la fiducia nelle istituzioni: il governo, la monarchia, i media, tutto. Questo tipo di storie sono veicoli ideali per raggiungere lo scopo”. Se c’è sfiducia, c’è anche divisione, quindi paura degli altri e di ciò che accadrà. Un muro di paranoia che la ragione fa fatica ad abbattere. Questo è uno dei metodi della disinformazione.

Le notizie false “provocano una reazione emotiva”, ha detto il professor Innes, citato dal New York Times. Come se spegnessero la razionalità, sommergendo una verità spesso evidente e intuitiva sotto cumuli di spazzatura (dis)informativa che diventano, poi, i nostri pensieri e la nostra vita. Proprio per evitare questa destabilizzazione politica e sociale e zittire definitivamente i “troll”, Kate si sarebbe sentita costretta a pronunciare il discorso del 22 marzo 2024.

Un’ipotesi riproposta in questi giorni dal Daily Mail, secondo il quale i principi di Galles sarebbero rimasti “sconvolti” dallo tsunami di disinformazione russa e ben presto non sarebbero più stati in grado di tollerare la pressione mediatica. In più proprio in quel periodo scoppiò lo scandalo della foto ritoccata di Kate con i figli. Un aiuto insperato per gli hacker russi. Per sfortuna e in maniera naturalmente del tutto inconsapevole manipolando l’immagine la principessa avrebbe servito sul classico “piatto d’argento” un’arma potentissima da usare contro la monarchia.

L’autore reale Robert Hardman ha commentato al People: “[William e Kate] si sentivano feriti [dalla storia della foto]” che “venne trattata come fosse un grande inganno”. Anche perché l’atmosfera era già tesa a causa delle fake news che circolavano e del silenzio del Palazzo sulla situazione della principessa. “Per loro era come stare su un ottovolante”, ha rivelato al People Ailsa Anderson, ex addetta stampa della regina Elisabetta. “La chemioterapia in corso, il fatto di dover provare a proteggere i figli. Era come trovarsi nel mezzo di un tornado e non sapere quando si sarebbe calmato”.

I principi si sarebbero ritrovati incastrati, diciamo così, in una situazione sconcertante, una specie di corsa contro il tempo: da una parte c’erano George, Charlotte e Louis che dovevano essere preparati a ricevere la notizia della malattia della madre, mentre Kate recuperava le forze dopo l’operazione e cominciava la chemioterapia. Dall’altra ogni giorno il web traboccava di assurdità che nessuno riusciva a fermare. L’unica che poteva farlo era Kate. Con il suo videomessaggio commovente la principessa impedì non solo la proliferazione delle fake news sulle sue condizioni, ma anche la destabilizzazione del suo Paese.

Un’esagerazione? Niente affatto

Pensare che le fake news su Kate siano direttamente collegate al conflitto in Ucraina e a un tentativo di indebolire il governo e lo Stato britannici non è un’esagerazione. È la realtà del nostro tempo, in cui le guerre si fanno anche attraverso la mancanza di informazione o l’invenzione e la manipolazione di notizie.

Queste battaglie a colpi di bugie sono piuttosto efficaci anche a causa del comportamento di molti utenti dei social e, in generale, del web. Secondo uno studio pubblicato su Nature Human Behaviour, citato dal mensile Focus (numero 390, del 20 marzo 2025) solo una persona su quattro ha letto per intero una notizia prima di condividerla sui social network. Le altre non sono andate oltre il titolo.

La ricerca ha preso in esame 35 milioni di post pubblicati tra il 2017 e il 2020, scoprendo che il 75% delle condivisioni è stato effettuato senza aprire il link nel post che rimanda alla notizia. Comportamento adottato anche con le pubblicazioni di tipo politico. Questo significa che nel 75% dei casi presi in esame gli utenti non hanno approfondito la conoscenza di ciò che stavano per condividere, né hanno verificato le fonti. Di conseguenza non si sarebbero posti il problema di capire se ciò che stavano diffondendo attraverso i loro profili fosse vero, se avesse delle basi concrete, attendibili.

Su questa

superficialità, però, “gioca” subdolamente chi disprezza la libertà di pensiero e di parola e vuole imporre una visione deviata dei fatti che spiani la strada al disorientamento, spesso preludio del dispotismo.

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