da Milano
LItalia è lunico Paese europeo che sta investendo in nuova capacità produttiva nel settore elettrico, ma questi investimenti serviranno a poco se non riuscirà a migliorare la rete elettrica per poter trasportare la nuova energia prodotta. Già adesso in Puglia e Calabria ci sono «ingorghi» che costringono le centrali a produrre al rallentatore. Così la fusione tra Grtn e Terna che partirà il 1° novembre diventa strategica per rilanciare con rapidità gli investimenti che permetteranno di superare le attuali, numerose, strozzature della rete.
«Abbiamo in previsione quindici opere strategiche in tutto il Paese che ci permettano di superare i colli di bottiglia con una spesa di oltre 1,1 miliardi di euro - afferma Luca dAgnese, amministratore delegato del Gestore della rete, il Grtn - nei prossimi anni verranno costruiti 3.100 chilometri di nuova rete. La fusione Grtn-Terna permetterà di raggiungere una maggiore efficienza: oggi il Grtn fa i piani di sviluppo, poi deve appoggiarsi in gran parte su Terna per realizzarli. Terna ha il contatto con il territorio, strategico per ottenere rapidamente i premessi. Con lunificazione si supereranno i due stadi (e due tempi) di progettazione e di realizzazione. Ne guadagnerà tutto il sistema».
Voi siete partiti appena due anni fa...
«Sì, e abbiamo trovato il sistema elettrico con i prezzi più alti dEuropa, le centrali meno efficienti e una rete in ritardo di trentanni che ha il tasso di utilizzo più elevato tra i Paesi Ue: è come dire lautostrada più intasata. In compenso, anche grazie alla legge sblocca centrali, oggi ci sono in programma nuovi impianti per 20mila megawatt di cui 13mila sono già in fase di realizzazione: 20mila Mw sono il 40% della domanda di punta. Altri 17mila Mw sono in fase di ammodernamento».
E i prezzi scenderanno?
«Potranno scendere, nel frattempo stanno salendo quelli dei produttori esteri: la forbice tra lItalia e gli altri Paesi Ue si sta riducendo».
Mentre la rete...
«La rete deve rispondere alle nuove esigenze: da un lato la sicurezza (non si devono ripetere più i black out), dallaltro deve rendere possibile la concorrenza. Le nuove centrali si stanno concentrando al Nord, dove ci sono già oggi i prezzi più bassi, e in Calabria e Puglia. Ma i produttori non possono vendere la loro produzione se noi non la trasportiamo dove ce nè bisogno.
Avete deciso una cartolarizzazione sul Cip 6.
«Sì, è un modo che ci permetterà di ripartire negli anni i costi del contenimento delle tariffe elettriche decisa dallAutorità».
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