IL PIÙ FURBO

Come la vecchia Girella, la domanda è sempre quella: perché Fiorani sta da 57 giorni in carcere e Consorte, invece, è libero? Sia chiaro: qui non si augura la galera a nessuno. Piuttosto si cerca di capire una disparità di trattamento che, nella circostanza, ha la stessa evidenza di un papavero su una pista da sci, un lampo nel cielo sereno o un pensiero intelligente nella mente di un centravanti: non si può fare a meno di notarlo, insomma.
Fateci caso: Fiorani dal giorno dell'arresto è stato interrogato una decina di volte, in media un interrogatorio ogni cinque giorni, manco ad Al Capone gliene fecero tanti. Consorte, invece, oltre a non essere mai stato arrestato, è stato interrogato una volta sola. Come mai? Forse che Fiorani balbetta? Si esprime a gesti? O in lodigiano antico? Altrimenti spiegateci: perché mai con lui i magistrati si sono attardati tanto e con Consorte invece hanno liquidato tutto in fretta? Sono così poco interessanti le vicende Unipol? O forse è meglio approfondirle meno? Certo è che furbetti del quartierino per furbetti del quartierino, alcuni sembrano assai più furbetti degli altri. Consorte, per esempio. E le spiegazioni fin qui fornite per cotanta furberia privilegiata non sembrano sufficienti. Anzi, in alcuni casi, piuttosto zoppicanti. Per esempio, sul Corriere della Sera di ieri, Massimo Mucchetti, diceva che «la posizione dell'ex presidente dell'Unipol al momento appare diversa da quella dell'ex banchiere lodigiano» per due motivi. Primo: il diverso esito delle scalate fallite, cioè il fatto che Unipol a differenza di Bpi ne è uscita comunque bene e ha fatto pure un accordo con Bnp Paribas. Secondo: il diverso atteggiamento delle società, dal momento che Bpi ha dato il via ad un'azione di responsabilità contro Fiorani, cosa che Unipol non ha fatto nei confronti di Consorte.
Due spiegazioni che non stanno in piedi, come lo stesso Mucchetti sa. Cosa c'entra l'esito dell'Opa con la responsabilità penale di un banchiere? Fatte le debite differenze, è come se due ladri andassero a rubare e poi si giocassero il bottino al casinò. Quello che vince alla roulette non viene arrestato, l'altro invece sì. Perché? I giorni di galera sono forse proporzionati al favore della dea bendata? O all'andamento dell'indice Mibtel?
Davvero una strana idea di giustizia quella che circola sulla prima pagina del grande quotidiano nazionale. Anche per quanto riguarda l'azione di responsabilità: non pare, infatti, essa sia uno degli elementi previsti dal codice per tenere una persona in carcere prima del processo. E poi: perché a Lodi hanno iniziato l'azione di responsabilità e a Bologna no? È proprio vero che la Bpi è stata danneggiata e la Unipol invece no? Ma forse Mucchetti dimentica quanto lui stesso scrisse a proposito dell’azione di responsabilità: «Per Unipol sarebbe una scelta lacerante visto che le scelte di Consorte e Sacchetti vennero avallate da consigli d’amministrazione che sono in larga parte simili a quelli attuali».
Insomma sia Consorte sia Fiorani erano dei reucci nei loro principati. Avevano raccolto attorno a sé grande consenso. Nessuno avrebbe osato attaccarli. Il fatto è che a un certo punto nella bassa padana sono stati indotti a farlo. In via Stalingrado no. Tutto casuale? Ed è casuale anche il fatto che Unipol, oltre a preservare Consorte da ogni accusa, continua pure a stipendiarlo? Nessuno ne parla ma sono 22mila euro al mese, mica bruscolini, più servizi di segreteria. E poi dicono che le cooperative hanno dimenticato i valori della solidarietà.
Ma perché Consorte possa andare a spasso con 22mila euro al mese d'argent de poche e Fiorani sia costretto alla mensa di San Vittore, non è dato sapere. Entrambi subiscono le stesse accuse, entrambi non possono più reiterare il reato, entrambi hanno la stessa possibilità di fuga o di inquinare le prove. E allora? Fino a dimostrazione contraria il nostro codice non prevede altri motivi per sbattere la gente in galera. Il codice del Corriere, forse sì.

Ma quello dev'essere lo stesso codice che prevede anche il silenzio sullo stipendio d'oro di Consorte. Un codice che, a quanto pare, piace a molti giornali. A noi, invece, scusateci, ma va di traverso ogni giorno di più.

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