PIÙ VISIBILITÀ ALLA FABBRICA DEL SORRISO

È senz'altro una bella cosa rendere conto di dove sono andati a finire i soldi donati dalla generosità degli italiani (sempre in prima fila e tra i più solleciti del mondo in questo genere di iniziative). Per anni ci si era lamentati, non senza ragione, dell'indifferenza delle strutture anche televisive (non bastassero tutte le altre), che dopo aver chiesto ai cittadini di mettere mano in svariate occasioni al portafogli non erano altrettanto tempestive nel far conoscere l'esito di questa corsa «cuore in mano» a lenire il peso di certe catastrofi, o ad addolcire la sofferenza di popolazioni povere, o a costruire scuole e ospedali là dove se ne avvertiva la necessità. I cittadini erano soliti donare, e chi si era preso il compito di raccogliere i fondi non avvertiva la necessità di far sapere che strada avevano preso, se non dietro ripetute insistenze. Ben venga quindi l'appuntamento annuale televisivo de La fabbrica del sorriso (lunedì su Canale 5, ore 23,45) che in collaborazione con MediaFriends informa il pubblico sulle più importanti iniziative realizzate con i soldi dati in beneficenza. Peccato solo che la soddisfazione per la lodevole circostanza si stemperi un po' in presenza di due considerazioni negative peraltro facilmente rimediabili in futuro con un minimo di buona volontà. La prima riguarda il fatto che questo tipo di informazioni, utili e preziose, vengono date in una tarda serata di un lunedì di metà luglio, quando invece meriterebbero una risonanza e un'attenzione migliori, rinunciando almeno per una volta al ricatto dell'audience. Per intenderci: fa niente se per una sera non si ottengono grossi ascolti, data l'insolita e preziosa occasione di far conoscere, con correttezza e trasparenza, ciò che per anni era rimasto «invisibile» agli occhi dell'opinione pubblica. La seconda considerazione riguarda il fatto che per tutta la durata di questo appuntamento condotto da Ilaria D'Amico (lunedì prossimo ve ne sarà un altro) non si è mai parlato di soldi, di spese quantificate con precisione. Forse per una sorta di malinteso scrupolo, come a non voler inficiare l'importanza delle iniziative portate a termine in favore dell'infanzia (ad esempio in Cambogia, in Uganda, ma anche nella vicina Lombardia) citando il vil denaro. Eppure non sarebbe inutile sapere, in fase di bilancio finale, in che modo sono stati ripartiti i soldi donati. L'informazione si arricchirebbe e la trasparenza sarebbe ancora più completa.

Per il resto la serata televisiva si è svolta senza appesantimenti retorici e con apprezzabile sobrietà, con filmati puntuali che davano conto delle opere costruite e con il coinvolgimento misurato di alcuni testimonial famosi come D.J. Francesco, Raimondo Vianello e Sandra Mondaini.

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