Piaggio raddoppierà l’utile E il debito spaventa la Borsa

Piaggio ha presentato un piano industriale all’insegna della prudenza, un po’ troppa per piacere alla Borsa, dove il titolo ha registrato un brusco scivolone di oltre il 6%. All’assemblea degli azionisti Roberto Colaninno, presidente e amministratore delegato del gruppo, ha esposto un programma conservativo, che tiene conto esclusivamente delle partite aperte, nella speranza di ottenere più di quanto preventivato con le operazioni industriali che muteranno gli assetti da oggi al 2013. Il piano triennale prevede il raddoppio dell’utile a 90 milioni (da 47,4 milioni nel 2009) e di raggiungere un fatturato di 1,9 miliardi nel 2013, da 1,5 miliardi stimati per quest’anno. Secondo gli analisti, l’aspetto più critico è rappresentato dall’indebitamento finanziario netto, destinato a calare ben poco: dai 352 milioni registrati al dicembre 2009, ai 300 milioni di fine esercizio 2013.
«È un piano conservativo e puntiamo a fare meglio: intanto l’investimento in Vietnam è del tutto ripagato - ha annunciato Colaninno - con la produzione che quest’anno raddoppierà a 50mila moto». Il numero uno del gruppo ha tenuto infatti a precisare che il programma prosegue sulla strada intrapresa tra la fine del 2006 e il settembre del 2007 con la scelta di spostare l’attenzione ai mercati asiatici, con l’avvio dello studio di nuovi motori per veicoli commerciali e auto in India e con la produzione di scooter in Vietnam. «Tra 4 o 5 anni l’Africa diventerà più interessante dell’Asia di oggi: noi - spiega Colaninno - ci andremo attraverso l’India, dove produciamo modelli adatti a quel mercato». Per il prossimo futuro è poi prevista la costruzione in India di un nuovo stabilimento per la produzione di veicoli a due ruote, su un’area di 20 ettari, mentre la Cina è destinata a diventare il cuore dello sviluppo delle nuove tecnologie a emissioni zero. Intanto è già pronto un primo veicolo elettrico, che sarà presentato a Milano a novembre.
Se a livello mondiale il ruolo più importante sarà ricoperto dai prodotti Piaggio, in particolare dalla Vespa indiana che potrà percorrere 60 chilometri con un litro di benzina e costerà 900 dollari, in Italia Piaggio sta avviando e presenterà presto ai sindacati un «processo di riorganizzazione che si basa su un miglioramento della produttività - spiega il numero uno del gruppo - per abbattere costi inutili e inefficienze: prevediamo modalità a favore dei giovani e diciamo che non ci sarà un rinnovo totale delle persone che possono andare in pensione».
Secondo Colaninno il processo «non sarà traumatico, ma il mercato deve tornare a chiedere moto», altrimenti ci potrebbe essere un ridimensionamento degli stabilimenti italiani. A livello industriale il rinnovamento sarà sostenuto con investimenti di 300 milioni di euro nei tre anni, 140 dei quali sui prodotti e 100 sui siti industriali. Interventi che non saranno garantiti a tutti i marchi.

Piaggio e Vespa continueranno a essere brand strategici a livello mondiale per gli scooter, mentre tra le moto per i mercati più ricchi Aprilia rappresenterà lo sport, Moto Guzzi il granturismo. Con queste premesse pare inevitabile che il marchio Gilera sia destinato a sparire, dopo avere festeggiato il primo secolo di vita.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica