Il Piemonte ci sta Torino si ribella

Il Piemonte ci sta Torino si ribella

da Torino

La Provincia di Torino da quell’orecchio non ci sente. Il presidente Antonio Saitta, alla guida di una giunta di centrosinistra, ha già declinato l’invito ad accogliere e smaltire sul suo territorio una quota dei rifiuti della Campania. «Se aiutiamo loro a uscire dall’emergenza - dice - nell’emergenza ci finiamo noi».
Il rifiuto del presidente è garbato ma fermo e arriva quando ancora una richiesta ufficiale di solidarietà non è stata avanzata. Un bel guaio per la Regione, governata da un esecutivo dello stesso colore guidato da Mercedes Bresso (Pd come Saitta), che ieri al vertice di Palazzo Chigi ha promesso che il Piemonte farà la sua parte.
Ma il no delle Province è bipartisan. Oltre a Torino, coinvolge Alessandria, governata dal centrosinistra, ma anche Asti e Vercelli a guida centrodestra. Spiega Saitta: «L’ho già detto anche all’assessore e lo ribadirò nell’incontro di domani (oggi, ndr) con gli altri presidenti di Provincia: non è che non voglio aiutare la Campania, non posso». Nella partita dei rifiuti Saitta si è giocato tre anni e mezzo di governo: per sua stessa ammissione le polemiche su discariche, inceneritore, raccolta differenziata hanno contributo a farlo precipitare nella classifica di gradimento dei presidenti (99° su 105, Il Sole-24ore). E si capisce perché adesso nemmeno i bambini napoletani che non vanno a scuola riescano a intenerirlo. «Quando mi sono insediato nemmeno qui c’era un termovalorizzatore, l’immondizia andava in discarica e la prospettiva di esaurimento era a corto raggio, insomma quasi un’emergenza - si giustifica -. Oggi siamo sul punto di iniziare i lavori per la realizzazione di un primo impianto di smaltimento, ma sarà pronto solo nel 2011. Per gestire la fase transitoria abbiamo dovuto allungare la vita delle sette discariche, ampliandole per quanto era possibile e premendo sull'acceleratore della differenziata che è passata dal 31 al 46%».
L’obiettivo di Saitta è di portarla al 50% entro il 2009, con la fatica di farla digerire all’opinione pubblica. Senza contare le polemiche che hanno accompagnato la realizzazione dei primo termovalorizzatore e che si affacciano all’orizzonte del secondo, già in agenda per il 2013. Dunque niente da fare, per i rifiuti campani. «Mi creda, non è un problema di mancanza di solidarietà - quasi si scusa il presidente -.

Il fatto è che qui in Provincia di Torino per la gestione futura dei rifiuti abbiamo costruito un orologio perfetto, ma delicatissimo, che non può permettersi di ricevere alcun contraccolpo altrimenti il meccanismo salta e l’orologio non funziona più».

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