Il sindaco «non ha subito» e «non subisce alcuna pressione legata all’inchiesta Penati e alla composizione della giunta». Giuliano Pisapia è tornato a indossare la toga da avvocato in consiglio comunale, ieri seduto di fianco all’assessore ai Trasporti al centro delle polemiche per l’affinità con l’ex presidente della Provincia accusato di tangenti e i sospetti sollevati dagli sms spuntati dai faldini dei pm, ha ribadito che «non esiste nessun caso Piefrancesco Maran». «Ho in lui una fiducia piena e cristallina - ribadisce - e quello che è avvenuto nei suoi confronti rasenta la barbarie. Chi chiede per sè e per la propria parte politica del garantismo dovrebbe vergognarsi». Dimentica però che a sollevare per primo il cosiddetto «caso Maran» non è stato né il Pdl né la Lega, ma un partito di maggioranza: l’Italia dei valori di Antonio Di Pietro. Anche Maran nel suo discorso ha ricordato il curriculum che lo ha portato a 31 anni a far parte della giunta Pisapia e ammesso che «Penati è stato un mio sostenitore durante la campagna elettorale, ma basta questo per farmi il suo pupillo?». È il consigliere Pdl Giulio Gallera a sottolineare che anche lui entrò giovane nella giunta Albertini, ma con una delega ai Servizi civici e non con quella che è considerata, forse, «la più difficile e complessa, senza una specifica competenza». Riccardo De Corato (Pdl) ricorda al sindaco che si definisce «un galantuomo, confermato dalla fiducia del 55% degli elettori» che - ancora - non è il centrodestra ma la magistratura ad aver sollevato ombre su Milano, rilevando il rischio di reiterazione del reato per Penati dopo la vittoria del centrosinistra.
Un’opposizione low profile rispetto agli annunci dei giorni scorsi. La capogruppo del Pd Carmela Rozza minaccia lo show: «Spero che gli interventi che seguiranno - ha detto a inizio seduta - ci evitino di buttarci addosso inchieste reciproche». Nessuna richiesta ufficiale di dimissioni o revoca della delega ai Trasporti per Maran, anche se il Pdl ribadisce che «politicamente sarebbe gradito un passo indietro». Il capogruppo Carlo Masseroli fa presente piuttosto che Pisapia «sta facendo un’Opa sul Pd». Tutti quelli che avevano sempre avuto a che fare con Penati «gli hanno già fatto il processo e lo hanno scaricato. Disconoscono il partito e si attaccano a Pisapia per “ripulirsi”». Lo definisce «un Papa Giovanni, si entra nella giunta per purificarsi. Diremo che Pisapia tutti i partiti si porta via, sta fagocitando tutto quello che resta del Pd».
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