Un inedito accostamento tra arte e musica è stato messo in atto da Michelangelo Pistoletto e Gianna Nannini. A organizzare l’incontro è RAM Radioartemobile, una struttura nata per favorire la dialettica tra suoni e immagini. Nello spazio bunKerart a Milano (via Bellezza 8, fino al 15 aprile) si viene accolti da un evento sonoro costituito da un sibilo intrecciato a una vocalità. Lo spazio è recinto da superfici specchianti in alluminio su cui appaiono segni e la figura della cantante. L’alluminio è stato scelto per le sue caratteristiche particolari: riciclabile, malleabile, possiede capacità riflettente e alta conducibilità sonora.
Al centro l’installazione di Michelangelo Pistoletto L’Orchestra di stracci, materiale usato dall’artista in molte opere degli anni ’60. In questo caso gli stracci sono disposti a formare quello che per Pistoletto è il nuovo segno di infinito, simbolo del «Terzo Paradiso» che dà il titolo alla mostra. «Il nuovo segno di infinito incrocia la linea due volte, disegnando tre cerchi» dice Pistoletto. I due cerchi esterni rappresentano Natura e Artificio, due opposte polarità che unendosi generano al centro una sorta di ventre: il Terzo Paradiso. Il centro di questo luogo è ideale punto di unione di generazioni passate, presenti e future. Posati a terra, i bollitori emettono vapore, calore e un vero e proprio suono. Su questo suono si innesta la voce di Gianna Nannini che modula la parola «Mamma», usando la voce come unico strumento musicale, una «scultura vocale» che riverbera sulle pareti di alluminio riflettente. Il vapore, condensandosi su trasparenti superfici vitree, produce gocce che inumidiscono gli stracci.
Nello spazio sotterraneo, un ciclo di metamorfosi coinvolge vari elementi: aria e acqua, unite nella sintesi del vapore, suono, materiali tecnologici e rigidi come l’alluminio e morbidi come gli stracci. Tutta l’opera di Pistoletto parte dall’autoritratto: da una parte lo specchio con la propria immagine, dall’altra la tela: l’unione avviene nello specchio. Ma nello specchio l’artista non è più solo, tutta la realtà esterna vi si può proiettare.
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