Al pm la lista degli evasori Tremano settemila furbetti

MilanoQuando decise che era giunto il momento di sputtanare qualche migliaio di evasori fiscali (e i suoi datori di lavoro), Hervé Falciani la spiegò così. «Mio padre è un bancario, mia madre è ebrea. Per noi la banca è una piccola patria. Ma deve essere un posto sicuro, dove mettere i soldi per la nostra vecchiaia. L’ho fatto perché era mio dovere». Falciani, specialista informatico ed ex dipendente della divisione svizzera del colosso bancario Hsbc, aveva dato un’occhiata ai segreti del più grande istituto di credito del mondo. Una lista di correntisti molto speciale. Un fiume di denaro fantasma, soldi portati illegalmente all’estero. Qualcosa come 127mila conti correnti riferibili a più di 80mila persone. Americani, tedeschi, inglesi. Volti noti («in quei file ho trovato nomi di politici importanti», disse l’ex dipendente) e cittadini sconosciuti. Italiani inclusi. Quei nomi, ora, varcano il confine. Un viaggio di ritorno che preoccupa molti. Almeno 7mila furbetti del Fisco. Più precisamente, 7mila e 94 relativi al solo 2008.
Il file con l’elenco dei presunti evasori fiscali, fino a pochi giorni fa in mano esclusivamente al procuratore di Nizza Eric de Montgolfier, sarà tra poco nella disponibilità del procuratore capo di Torino Giancarlo Caselli, che per primo aveva chiesto per rogatoria di poter approfondire eventuali profili di evasione e frode fiscale, e che ha già aperto un fascicolo su cittadini piemontesi titolari di un conto bancario in Svizzera. Poi, una volta analizzata la lista, i nomi dei futuri indagati andranno alle Procure competenti. Il documento sarebbe ora in mano alla Guardia di finanza, che l’avrebbe ricevuto attraverso forme di collaborazione internazionale tra forze di polizia. Montgolfier, però, si tira indietro. «È una procedura che si svolge da procura a procura - spiega il magistrato francese -. Quando sarà concluso il lavoro di estrazione dei dati sui nomi degli italiani, cosa che non è stata ancora fatta, avvertirò il mio collega procuratore di Torino». Ora, anche l’amministrazione fiscale aspetta di ricevere i dati. Nei giorni scorsi, il direttore dell’Agenzia delle Entrate Attilio Befera ha spiegato che «essendoci un’iniziativa di rogatoria da parte della Procura di Torino, attendiamo i risultati», aggiungendo che «con l’inversione dell’onere della prova sarà il contribuente a dover eventualmente dimostrare» che i capitali detenuti all’estero «non sono frutto di evasione».
A breve, dunque, inizierà una nuova stagione di caccia ai finti nullatenenti.

Solo poco tempo fa, un’altra lista aveva inguaiato 576 clienti dell’avvocato svizzero Fabrizio Pessina, nel cui computer la Gdf aveva trovato un archivio con i nomi di industriali, imprenditori, commercianti e professionisti. Tutti titolari di un tesoro off shore da più di un miliardo di euro.

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