"Una rovina...". Ancora su i tassi della Bce: cosa succede adesso

Aumentano a dismisura i tassi di interesse da parte della Bce: ecco il perché della scelta e la denuncia delle associazioni dei consumatori

"Una rovina...". Ancora su i tassi della Bce: cosa succede adesso
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Il Consiglio direttivo della Bce (Banca Centrale Europea) ha aumentato di 25 punti base i tre tassi di interesse di riferimento della Bce che si trovano ai massimi da maggio 2001. In questo modo, i tassi sulle operazioni di rifinanziamento principali, su quelle di rifinanziamento marginale e sui depositi nella Banca Centrale saranno aumentati rispettivamente del 4,25%, 4,50% e 3,75% dal prossimo 2 agosto.

Il perché della decisione

Come scritto sul comunicato che riguarda la decisione finale dopo la riunione del board, la scelta operata in questo senso è causata dalle "prospettive di inflazione", dalla "dinamica dell'inflazione di fondo e l'intensità della trasmissione della politica monetaria". Anche se l'inflazione è prevista in calo alla fine del 2023, "si manterrà su un livello superiore all'obiettivo per un prolungato periodo di tempo. Sebbene alcune misure mostrino segnali di allentamento, l'inflazione di fondo resta nel complesso elevata". Il Consiglio ha poi sottolineato che gli aumenti dei tassi di interesse già operati in passato "continuano a trasmettersi con vigore: le condizioni di finanziamento si sono inasprite nuovamente e frenano in misura crescente la domanda, che rappresenta un fattore importante per riportare l'inflazione all'obiettivo".

Il pessimismo di Lagarde

Insomma, tempi duri a causa dell'inflazione: fin quando non scenderà di altri due punti percentuali i tassi base avranno i valori scelti oggi dalla Bce con l'aumento dei 25 punti base. Quest'obiettivo, però, dovrà essere raggiunto nel medio termine, da qui i livelli così restrittivi decisi in queste ultime ore. In ogni caso, per l'economia dell'Eurozona "le prospettive restano incerte" per una serie di fattori, fra cui la "possibilità che gli effetti della nostra politica monetaria si riveli più forte del previsto" accentuando i "rischi al ribasso". Lo ha sottolineato la presidente della Bce, Christne Lagarde, dopo la riunione del Consiglio direttivo che ha rialzato i tassi di 25 punti. Fra le conseguenze si avrà "l'irrigidimento delle condizioni del credito, con una domanda di mutui scesa per il quinto trimestre di fila".

La denuncia delle associazioni

La stretta monetaria operata dalla Bce ha allarmato anche l'Unc (Unione Nazionale dei Consumatori) che parla di "effetti collaterali" e della scarsa efficacia rispetto a "una politica fiscale mirata, sia a livello italiano, se venissero reintrodotti gli sconti sulle bollette di luce e gas, che europeo, dove ci si è limitati a fissare un tetto al prezzo del gas", ha dichiarato il suo presidente, Massimiliano Dona. L'aumento dei tassi di interesse rappresenta poi "una rovina per chi ha un mutuo a tasso variabile e per le famiglie e le imprese che devono chiedere un prestito". Infatti, in questo modo, chi sottoscrive adesso un mutuo a tasso variabile "pari a 20 euro al mese", prosegue Dona, si dovrà preparare a "una stangata annua pari in media a 240 euro".

La stima di Facile.

it sull'aumento di 25 punti base "provoca un aumento della rata di un mutuo tipo del 63% in più rispetto all'inizio dello scorso anno (+286 euro)", che prende in considerazione un finanziamento a tasso variabile da 126mila euro con una restituzione in 25 anni sottoscritto a gennaio 2022.

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