"Buco delle Asl in Puglia": arriva in soccorso l'extragettito di 129 milioni

"Conti alla mano" per sanare il buco di circa 240 milioni per la sanità pugliese che grazie all'extragettito si riduce considerevolmente. Il monito per un 2025 più attento al pareggio di bilancio

"Buco delle Asl in Puglia": arriva in soccorso l'extragettito di 129 milioni
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Arrivano buone notizie sul "buco" della sanità pugliese che sarà coperto, almeno per il 50% circa, dall'extragettito, cioè l'eccedenza delle entrate derivanti dai tributi statali. Si parla di 129 milioni di euro "raccolti" in Puglia nel 2024 e la Regione è stata autorizzata dal governo a impiegare queste risorse per ripianare, almeno in parte, il deficit sanitario accumulato nel 2024.

Le altre risorse

Altri 50 milioni circa sono stati già accantonati in via cautelativa, dalla Regione stessa lo scorso dicembre, quindi restano da coprire altri 70-80 milioni, a seconda di quanto sarà il disavanzo accertato. Nonostante le Asl non abbiano ancora trasmesso i bilanci definitivi del 2024, il buco nei confronti della sanità dovrebbe aggirarsi sui 240 milioni, anche se dall'assessorato alla Sanità filtra ottimismo e sono sicuri che questa cifra possa essere ulteriormente assottigliata. Ma anche fosse confermata la cifra la Regione si troverebbe a "cercare" solo 70 milioni per pareggiare i conti e non la cifra intera.

Le possibili fonti di copertura

Le ulteriori fonti potrebbero arrivare quindi da diversi fronti, a cominciare dal payback, ma non potranno essere utilizzati fondi europei. Un'ulteriore via potrebbe essere data dal bilancio autonomo da dove è molto probabile, che alla fine vengano prelevati altri 30-40 milioni. L'obiettivo finale di aprile è quello di arrivare al tavolo con i ministeri dell'Economia e della Salute con il pareggio di bilancio, altrimenti diventerebbe complicato uscire dal Piano di Rientro. Il governatore Michele Emiliano e l'assessore alla Sanità, Raffaele Piemontese, hanno gettato acqua sul fuoco certi che: "come ogni anno il debito verrà ripianato".

Il deficit sanitario

Nonostante gli interventi e gli aggiustamenti su spesa farmaceutica e mobilità passiva, due delle voci che maggiormente incidono ma non le uniche, il deficit sanitario anche nel 2024 è esploso. Tra le concause, però, anche il rinnovo del contratto dei medici; le assunzioni di nuovo personale; la battaglia sul riparto del fondo sanitario nazionale, considerato iniquo dalla Regione; lo scontro sul payback farmaceutico - la Regione per questo sostiene di aver perso 200milioni di euro dal 2019 al 2023 nella distribuzione del fondo - l'aumento dei costi energetici.

A ben guardare però la situazione rispetto al 2022 quando si toccarono i 450 milioni di "rosso" è positiva, anche se non c'è stato il progresso che era pure atteso. Ritornando all'anno di maggior "criticità" c'è comunque da dire che i costi maggiori furono dovuti a fattori "esterni", dal Covid all'aumento imprevisto di energia elettrica e gas, quindi non preventivabili, ma comunque vennero registrati anche 255 milioni di "sprechi", tanto che la Regione fu costretta a intervenire e correre immediatamente ai ripari con una serie di misure per stringere la cinghia. A cominciare dallo stop delle assunzioni, al giro di vite sulla spesa farmaceutica, passando per il blocco degli investimenti e persino dalla "riorganizzazione della rete ospedaliera e di quella territoriale, al fine di concentrare l'erogazione di specifiche attività di particolare complessità nelle sole strutture di riferimento".

Il finanziamento più importante

Il maggiore finanziamento dal fondo sanitario nazionale per la Puglia fu come detto, nel 2022 di 260 milioni ma, allo stesso tempo, le Asl dovettero sopportare costi aggiuntivi pari a 710 milioni: 110 di costi energetici, 50 milioni costi Covid non coperti da finanziamenti specifici, 105 milioni per il rinnovo del contratto collettivo nazionale, 100 milioni per la stabilizzazione del personale impegnato nell'emergenza Covid.

Fino a questo si parla di una spesa non controllabile e preventivabile.

Ci furono poi anche 85 milioni di incremento della spesa farmaceutica, in una regione che già in passato aveva sforato di molto il tetto massimo; 65 milioni di incremento della spesa socio sanitaria e territoriale, 75 milioni di investimenti non coperti da finanziamenti in conto capitale.

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