Materie prime strategiche: l'Ue lancia 47 progetti per rafforzare l'approvvigionamento

Investimento da 22,5 miliardi. Dal 2026 centrale acquisti comune. Quattro sono i programmi italiani che hanno avuto l’ok

Materie prime strategiche: l'Ue lancia 47 progetti per rafforzare l'approvvigionamento
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La Commissione europea ha adottato per la prima volta un elenco di 47 progetti strategici volti a potenziare le capacità nazionali di materie prime strategiche e diversificare le fonti di approvvigionamento. "All'inizio delle nostre catene di fornitura più strategiche ci sono le materie prime. Sono anche indispensabili per la decarbonizzazione del nostro continente. Ma l'Europa attualmente dipende da Paesi terzi per molte delle materie prime di cui ha più bisogno. Dobbiamo aumentare la nostra produzione, diversificare la nostra fornitura esterna e fare scorte", ha dichiarato il vicepresidente della Commissione europea per l'Industria, Stéphane Séjourné.

I progetti, distribuiti in 13 Stati membri tra cui l'Italia, rappresentano un passo decisivo nell'attuazione della legge sulle materie prime critiche. L'obiettivo è garantire che entro il 2030 l'Unione Europea soddisfi almeno il 10% della propria domanda di materie prime attraverso l'estrazione interna, il 40% attraverso la lavorazione e il 25% mediante il riciclaggio.

In questo contesto, l'Italia gioca un ruolo chiave con quattro progetti strategici riconosciuti e distribuiti in Veneto, Toscana, Lazio e Sardegna. "L'Italia è protagonista della sfida europea per l'autonomia strategica e l'approvvigionamento delle materie prime critiche, essenziali per garantire la sicurezza e la continuità delle nostre filiere industriali", ha sottolineato il ministro delle Imprese, Adolfo Urso.

Il ministro dell'Ambiente e della Sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin, ha evidenziato come "il risultato ottenuto - per la prima volta dall'approvazione del Critical Raw Materials Act e dall'approvazione della nuova legge italiana - dà l'avvio a una nuova visione del settore delle materie prime in Italia, incentrata sulla competitività ma anche sulla sostenibilità ambientale, economica e sociale". Inoltre, i progetti italiani "confermano il forte orientamento del nostro Paese verso la circolarità, la valorizzazione e l'uso efficiente delle risorse".

I quattro progetti italiani selezionati si concentrano in particolare sul riciclo delle materie prime critiche, un settore in cui l'Italia vanta eccellenze tecnologiche. La scelta dell'Italia di puntare sul riciclo, anziché sull'estrazione diretta, si inserisce nella strategia nazionale di riduzione dell'impatto ambientale e promozione dell'economia circolare. Il Veneto, la Toscana, il Lazio e la Sardegna ospiteranno impianti dedicati alla rigenerazione e al riutilizzo di materiali essenziali per l'industria delle batterie, della tecnologia e della difesa. Questi progetti rappresentano un'opportunità strategica per il Paese, non solo in termini di autonomia industriale, ma anche per la creazione di nuovi posti di lavoro altamente qualificati e l'attrazione di investimenti nel settore green.

Complessivamente, i 47 progetti strategici coprono 14 delle 17 materie prime elencate nella legge sulle materie prime critiche, con un'attenzione particolare a litio, nichel, cobalto, manganese e grafite. "Il litio cinese non sarà il gas russo di domani", ha dichiarato Séjourné, ribadendo la necessità di evitare nuove dipendenze strategiche e di rafforzare la produzione interna.

L'investimento complessivo previsto per rendere operativi questi progetti è di 22,5 miliardi di euro. La Commissione europea, insieme agli Stati membri e alle istituzioni finanziarie, garantirà un supporto coordinato per facilitare l'accesso ai finanziamenti e semplificare i processi di autorizzazione. I tempi di approvazione saranno notevolmente ridotti: massimo 27 mesi per i progetti di estrazione e 15 mesi per gli altri, rispetto agli attuali 5-10 anni.

Guardando al futuro, l'Ue punta anche a una maggiore cooperazione tra gli Stati membri per garantire l'approvvigionamento. "Alla fine del 2026 lanceremo una centrale acquisti congiunti per le materie prime, un pilastro della nostra strategia industriale", ha annunciato Séjourné, sottolineando che l'Ue intende replicare il modello adottato durante la pandemia per l'acquisto congiunto di vaccini. "Vogliamo scegliere da chi acquistare, quando acquistare e vogliamo anche partecipare alla competitività delle nostre industrie in modo da poter ridurre il costo di queste materie prime e assicurarci che le aziende nella catena di fornitura siano sostenibili nel lungo termine".

L'approvazione di questi

progetti segna un momento cruciale per la sovranità industriale europea, che punta a consolidare la propria indipendenza dalle forniture estere e a rafforzare il proprio ruolo nel mercato globale delle materie prime critiche.

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