"E adesso aspetto i meme». Acciaccato da una caduta mentre faceva jogging, il cancelliere tedesco Olaf Scholz ha trovato un modo spiritoso per spiegare la rinuncia ad alcuni appuntamenti elettorali durante il week-end: si è fatto fotografare con una benda da pirata sull’occhio intorno al quale i danni dello scivolone, lividi e abrasioni, erano più evidenti.
Tranquillizzante il commento del Cancelliere (che ha detto di aver sempre odiato lo sport e di essersi convertito solo di recente su pressione della moglie): «È meno peggio di come sembra».
Nessuna conseguenza è prevista sull’attività di governo, che come per gran parte dei Paesi europei è in questo periodo principalmente dedicata alla preparazione della legge finanziaria per l’anno in arrivo. Anche su questo fronte, peraltro, il week-end si è rivelato una specie di disastro. Un rap« porto della Corte dei Conti federale ha messo sotto accusa la politica di bilancio del suo governo, che, secondo i giudici contabili, ha deciso di «assumere un elevato rischio economico-finanziario... aggirando il freno fiscale» (la misura prevista dalla Costituzione che pone un tetto al debito; ndr).
In pratica, dice la Corte dei Conti di Bonn (la sede è rimasta nell’ex capitale) la cosiddetta «coalizione semaforo» al potere sta rendendo deliberatamente più difficile capire quanto sta spendendo lo Stato.
Anzi, dicono i magistrati, qualche cosa si capisce. E cioè che il nuovo indebitamento previsto nella legge di bilancio del 2024 non è di 16,6 miliardi ma di 85,7, con un buco previsto nei conti pubblici, da recuperare con una finanziaria, che il Bundesrechnungshof valuta intorno ai 15. A suo tempo era stato annunciato un virtuosissimo deficit pari allo 0,4% del Pil, che adesso si moltiplica di cinque volte, fino a poco meno del 2,5%. Numeri sempre al di sotto dei tetti previsti dalle norme europee, ma che possono far arricciare il naso a più di un purista dell’ortodossia contabile.
A finire sotto accusa è stato l’intero governo ma soprattutto il ministro delle Finanze, il liberale Christian Lindner, al quale viene imputato di aver usato con troppa abbondanza l’istituto dei cosiddetti «Sondervermögen», i fondi speciali extra bilancio, votati e finanziati a parte il cui ammontare non entra nel computo del debito «ufficiale». Si tratta di una vecchia conoscenza della politica tedesca (il primo risale al 1951) che hanno conosciuto un boom negli anni del Covid.
Nulla di male o di illegale, ma per le loro caratteristiche questi fondi non garantiscono quella trasparenza a cui una legge di bilancio dovrebbe ispirarsi. Così, in nome del rigore di cui Lindner e il suo partito sono da sempre alfieri, l’attuale esecutivo aveva promesso di limitarli al massimo. Il problema è che poi non l’ha fatto. E ha finanziato con un Sondervermögen perfino l’aumento delle spese militari successivo all’inizio del conflitto ucraino.
Nel bilancio della Repubblica Federale, hanno stabilito i giudici contabili, i fondi speciali sono 29 per un controvalore complessivo che raggiunge la bella cifra di 869 miliardi di euro.
A complicare le cose è che in autunno su uno dei questi fondi e sulla sua congruità sarà chiamata a pronunciarsi la Corte costituzionale. Per Scholz non è (ancora) un altro occhio nero, ma di sicuro un grattacapo in più.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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