Il vento non soffia a favore dell’Ucraina. Gli alleati del presidente Volodymyr Zelensky ne sono consapevoli e, anche se poco trapela dalle dichiarazioni ufficiali dei leader dei Paesi impegnati a sostenere l’esercito ucraino, un certo pessimismo per le condizioni attuali sul campo filtra dalle opinioni rilasciate ai media dagli esperti di affari militari. L’ultimo in ordine di tempo ad esprimere la sua visione sul conflitto nell’Est Europa è Philip Breedlove, l’ex Comandante supremo delle forze alleate della Nato in Europa, e le sue parole suonano come una sveglia per la coalizione occidentale di fronte alla minaccia crescente rappresentata dal regime di Vladimir Putin.
“La guerra può finire in tre modi”, dichiara a Newsweek Breedlove il quale ricopriva il ruolo di Comandante Nato durante l’annessione russa della Crimea nel 2014, e spiega che in due dei tre scenari la Russia vincerebbe. “Se non facciamo qualcosa di diverso rispetto a quanto stiamo facendo adesso, alla fine l’Ucraina perderà perché Mosca ha più uomini di Kiev” ammette il generale americano. Infatti, Putin continua ad inviare sul fronte migliaia di soldati usandoli come carne da cannone in un conflitto che ha assunto le caratteristiche delle battaglie di trincea tipiche della prima guerra mondiale. Per dare l’idea della durezza degli scontri in corso, e pur considerando che si tratta di dati che non possono essere confermati nella loro totalità in maniera indipendente, lo Stato maggiore delle forze armate ucraine ha fatto sapere che nelle ultime 24 ore si sono registrate 700 vittime tra le forze nemiche precisando che la Russia avrebbe perso quasi 370mila uomini dal 24 febbraio del 2022.
Anche il secondo scenario esposto da Breedlove prevede una vittoria per il Cremlino e ciò avverrebbe se l’Occidente abbandonasse Zelensky. In quel caso le truppe della nazione aggredita “si batterebbero valorosamente ma decine di migliaia di ucraini moriranno e la Russia prenderà comunque il controllo del Paese rendendolo di nuovo un proprio vassallo”. Per Breedlove si può ancora evitare il peggio a patto che la coalizione occidentale “scelga di fornire a Kiev tutto ciò di cui ha bisogno. Questa guerra finirà come i decisori politici dell’Occidente vogliono e desiderano che finisca”. Per l’ex Comandante Nato centrale per passare al contrattacco è quindi il garantire a Kiev la superiorità nei cieli sugli aggressori che in pochi giorni all'inizio del nuovo anno hanno lanciato più di 500 missili e droni sulle città dell’Ucraina.
Le fosche previsioni del generale trovano conferma, e qualche puntualizzazione sulle responsabilità del peggioramento delle condizioni sul terreno, nelle parole di Tom Malinowsky, ex funzionario del National Security Council (Nsc), nonchè ex assistente del segretario di Stato per la democrazia, i diritti umani e il lavoro al tempo di Obama e poi deputato democratico alla Camera. Per Malinowsky la vittoria dello zar è diventata una prospettiva “più probabile” a causa dell’opposizione trumpiana interna al partito repubblicano che ha bloccato 61 miliardi di dollari in aiuti agli ucraini.
“La maggior parte delle cose al Congresso si possono rimandare. Se un giorno perdi, vivi per lottare un altro giorno ma l’Ucraina non può vivere per combattere un altro giorno” afferma l’ex parlamentare. Il tempo per salvare Kiev stringe.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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