Khamenei alla prova delle elezioni. Ma l'Iran sfiduciato diserterà le urne

Domani si eleggono i parlamentari e gli esperti dell'Assemblea. Rischia pure la Guida Suprema. Incognita sul possibile successore

Khamenei alla prova delle elezioni. Ma l'Iran sfiduciato diserterà le urne
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Le elezioni che si terranno domani in Iran si svolgono più di un anno dopo le proteste di massa che hanno scosso il Paese. Il grande movimento «Donna, vita, libertà» voleva la fine del regime e della legge sull'hijab. Ma le manifestazioni che hanno attraversato il Paese sono state represse dalle autorità e il parlamento iraniano ha approvato una nuova legislazione draconiana che impone sanzioni molto più severe alle donne che violano le regole del velo obbligatorio. Tutto è iniziato con la tragica morte di Mahsa Amini, la 22enne morta nel 2022 dopo essere stata detenuta dalla famigerata polizia morale del regime, presumibilmente per non aver rispettando il codice di abbigliamento conservatore del Paese. Ma i nodi vengono al pettine. Per questo voto si prevede infatti un'affluenza alle urne molto bassa, in gran parte a causa proprio della diminuzione della fiducia nel regime.

Circa 15mila candidati competono per i 290 seggi del Parlamento, e 144 sono in corsa per gli 88 seggi dell'Assemblea degli Esperti, che ha il potere di nominare la Guida Suprema, la massima autorità politica in Iran. L'Ayatollah Ali Khamenei ha più di 84 anni, quindi questa prossima Assemblea selezionerà molto probabilmente il suo successore. Che alcuni osservatori indicavano proprio nell'attuale presidente l'ultraconservatore Ebrahim Raisi. Il Consiglio dei Guardiani dell'Iran - un potente organo composto da 12 membri incaricato di supervisionare le elezioni e la legislazione - ha squalificato oltre 12mila candidati dalla corsa, dagli indipendenti ai centristi a quasi tutti i nomi dei riformisti e anche all'ex presidente moderato Hassan Rohani.

Un esercizio del diritto di voto così limitato convince sempre meno. «Non voterò - dice da Teheran una 23enne che resta anonima -. Queste elezioni sono solo spettacolo». Khamenei questo mese ha invitato gli iraniani a presentarsi ai seggi elettorali e li ha avvertiti che il loro nemico avrebbe cercato di convincerli a boicottare le urne. Il regime, infatti, cerca di incoraggiare il voto e fa appello all'unità nazionale contro gli Stati Uniti e Israele. La maggior parte degli iraniani è indignata dalle immagini di sangue provenienti da Gaza. Il governo ha ripetutamente utilizzato la guerra nella Striscia per la propria propaganda. Ma alla dura repressione del regime che gli fa perdere legittimità, si unisce a remare contro, anche un quadro economico poco confortante. L'inflazione è superiore al 32 per cento e il rial è in forte calo.

A ciò si aggiunge una situazione internazionale caratterizzata da una pericolosa escalation dei conflitti nell'area. Sono sotto gli occhi di tutti gli attacchi tra gli Stati Uniti e le milizie regionali appoggiate da Teheran.

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