Khamenei, sermone armato. "Israele verrà eliminato"

Con un fucile al suo fianco, a significare la preparazione ad affrontare un nemico, Khamenei ha sottolineato che l'attacco del 7 ottobre di Hamas contro lo Stato ebraico, "è stato un atto legittimo, così come l'attacco dell'Iran di questa settimana"

Khamenei, sermone armato. "Israele verrà eliminato"
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Migliaia di fedeli ieri si sono radunate all'esterno e all'interno della moschea Imam Khomeini Grand Mosalla, nel centro di Teheran. Un'enorme bandiera palestinese è stata retta dalla folla oceanica che lì si trovava, dove c'erano anche i ritratti dei leader di Hezbollah e Hamas uccisi. L'ayatollah Ali Khamenei ha guidato, per la prima volta dopo quasi 5 anni, i sermoni durante la preghiera del venerdì. A questa è seguita «una cerimonia di commemorazione» per Hassan Nasrallah, il leader del Partito di Dio libanese, assassinato in un raid israeliano su Beirut il 27 settembre scorso. Con un fucile al suo fianco, a significare la preparazione ad affrontare un nemico, Khamenei ha sottolineato che l'attacco del 7 ottobre di Hamas contro lo Stato ebraico, «è stato un atto legittimo, così come l'attacco dell'Iran di questa settimana». Il raid missilistico è la «punizione minima» per i crimini di Tel Aviv. E ha poi tuonato: «Se necessario colpiremo ancora la Palestina occupata. Israele non otterrà mai la vittoria su Hamas e Hezbollah». Khamenei ha anche spiegato che «la politica degli arroganti e dei tiranni si basa sulla semina di divisioni e conflitti tra i musulmani».

Le nazioni islamiche hanno un «nemico comune» e devono «cingere una cintura di difesa dall'Afghanistan allo Yemen e dall'Iran a Gaza e al Libano». E ancora: «Il popolo palestinese ha il pieno diritto di insorgere contro l'occupante che ha schiacciato le loro vite. Nessuno ha il diritto di criticare i libanesi per aver sostenuto i loro fratelli palestinesi difendendo la loro terra». Khamenei ha poi evidenziato come Nasrallah, «non è più tra noi fisicamente, ma la sua voce risonante è e continuerà a essere con noi. Era la voce e il sostegno coraggioso degli oppressi. E' una grande perdita che ci ha rattristato, ma la resistenza nella regione non si ritirerà con il martirio dei suoi leader e dei suoi uomini». Israele «è un vampiro» e «il risultato del comportamento del nemico è un aumento della rabbia». E il leader iraniano ha infine concluso: si arriverà alla «rimozione della vergognosa esistenza» del «regime sionista».

Ma è anche giallo sul luogo della sepoltura proprio di Nasrallah. Hezbollah ha smentito le notizie circolate secondo cui sarebbe stato tumulato «temporaneamente in un luogo segreto» per paura che il suo funerale fosse preso di mira da Israele. A riferirlo è il quotidiano Asharq Al-Awsat, citando una fonte del movimento sciita libanese, che ha precisato che «non è stata ancora presa alcuna decisione a riguardo».

Ma la rabbia di Teheran è incontenibile. Il vice

comandante delle Guardie Rivoluzionarie Ali Fadavi ha spiegato che se lo Stato ebraico attaccherà Teheran prenderà di mira le sue installazioni energetiche e del gas. E proprio il presidente degli Stati Uniti Joe Biden aveva fatto sapere invece che Washington stava discutendo con il governo di Gerusalemme la possibilità di raid israeliani sugli impianti petroliferi iraniani in risposta all'attacco missilistico sferrato martedì dal regime degli Ayatollah. Ieri in serata è arrivata pure la notizia di bombardamenti da parte di Usa e Gran Bretagna su tre città dello Yemen. La mediazione però continua, per evitare una devastante escalation nella regione.

Il ministro degli esteri iraniano, Abbas Araghchi, ieri a Beirut, ha precisato che Teheran appoggerà gli sforzi per un cessate il fuoco in Libano a condizione che includano anche una tregua a Gaza. Mentre 18 sono i morti del raid a Tulkarem in Cisgiordania dove è stato ucciso anche un leader locale di Hamas. L'Onu ha condannato l'attacco e lo ha definito «illegale».

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