Non solo la maestra: i leader europei affrontano Orbán

Non c'è solo il caso Salis a tenere banco sull'asse Europa-Ungheria, ma il botta e risposta di natura finanziaria che si sta consumando sui fondi all'Ucraina

Non solo la maestra: i leader europei affrontano Orbán
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Non c'è solo il caso Salis a tenere banco sull'asse Europa-Ungheria, ma il botta e risposta di natura finanziaria che si sta consumando sui fondi all'Ucraina. Domani il consiglio straordinario europeo potrebbe essere il teatro dello scontro plastico con l'Ue, intenzionata a sabotare l’economia ungherese se Budapest dovesse bloccare i nuovi aiuti all’Ucraina. Secondo il primo ministro dell'Ungheria, il ricatto di Bruxelles si sta coagulando attorno al via libera per i 50 miliardi di euro a favore di Kiev, che lui stesso mette in discussione ma che il cui veto potrebbe venire meno a determinate condizioni. L'Ue replica di non poter accettare le richieste di Orban per sbloccare i fondi all'Ucraina.

Insomma, è scontro aperto. Ha usato parole forti Orban dalle colonne de Le Point quando ha osservato che il piano è «come il manuale di un ricattatore» che metterebbe l'Ungheria sotto «un massiccio blocco finanziario e subirebbe l'Armageddon». Il canovaccio della trattativa tra Bruxelles e Budapest è tarato sul pacchetto finanziario proposto dall’Unione Europea che, come condicio sine qua non, richiede l’approvazione unanime dei leader dell’Ue, compreso quello dell’Ungheria. Al contempo Orban è alle prese con una serie di negoziati per ottenere concessioni dall'Ue in cambio del suo voto per il sostegno all’Ucraina.

L'estrema conseguenza potrebbe essere l'intenzione delle cancellerie europee di privare il leader ungherese del suo diritto di voto nel Consiglio dell'Ue, così come da proposta avanzata lo scorso 12 gennaio da alcuni parlamentari europei che hanno raccolto le firme necessarie. Il primo effetto di questa guerriglia sarebbe lo stop a tutti i finanziamenti europei a Budapest, provocando la fibrillazione dei mercati e la conseguente corsa al fiorino ungherese, con interessi sul debito che verrebbero elevati al cubo.

«È ora di mettersi in fila», ha commentato l'analista Mujtaba Rahman, direttore per l'Europa presso Eurasia Group, mentre serpeggia tra i funzionari europei la convinzione che consentire questo tipo di comportamento a Orban potrebbe rappresentare un pericoloso precedente.

Ma Orban insiste: l'Ungheria è pronta a partecipare alla soluzione dei 27 se ogni anno si deciderà se inviare o meno questo denaro. «E questa decisione annuale deve avere la stessa base giuridica di oggi: deve essere unanime».

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