
La notizia covava sotto la cenere da mesi all'interno della Turchia come nel mondo curdo: il leader del Pkk Abdullah Öcalan ha chiesto al gruppo militante di deporre le armi e di sciogliersi, in una dichiarazione storica letta a Istanbul. "Tutti i gruppi armati devono deporre le armi e il Pkk deve sciogliersi", ha affermato in una dichiarazione letta da una delegazione di parlamentari del partito filo-curdo Dem, il terzo partito più rappresentato nel Parlamento turco, che lo hanno incontrato questa mattina nel carcere sull'isola di Imrali, nel mare di Marmara a sud di Istanbul, dove è imprigionato dal 1999.
La delegazione era composta dai copresidenti del partito DEM Tulay Hatımoğulları Oruç e Tuncer Bakırhan, dal deputato del partito DEM Van Pervin Buldan, dalla deputata di Istanbul Sırrı Süreyya Önder, dal deputato del partito DEM Istanbul Cengiz Çiçek, dal membro del partito DEM Ahmet Türk e dall'avvocato del leader dell'organizzazione terroristica PKK Abdullah Öcalan, Faik Özgür Erol.
Ocalan, 75 anni, è imprigionato dopo essere stato condannato per tradimento. Nonostante l'incarcerazione, continua a esercitare una notevole influenza sul Pkk. Gli ultimi sforzi di pace sono iniziati a ottobre, quando il partner di coalizione del presidente turco Recep Tayyip Erdogan, il politico nazionalista di estrema destra Devlet Bahceli, ha suggerito che il suo gruppo rinunciasse alla violenza e si sciogliesse. L'Akp, il partito del presidente, ha detto di aspettarsi che il Pkk accolga l'appello del suo leader e fondatore. Lo ha dichiarato Efkan Ala, presidente dell'Akp, dicendo che la Turchia sarebbe "libera da tutte le sue catene" se il Pkk si sciogliesse. La Costituzione turca non consente a Erdogan, che è al potere dal 2003 come primo ministro e poi come presidente, di ricandidarsi a meno che non vengano indette elezioni anticipate - cosa che richiederebbe anche il sostegno del partito filo-curdo.
Il partito DEM da tempo preme per una maggiore democrazia in Turchia e per i diritti della popolazione curda del Paese, oltre che per migliorare le condizioni di detenzione di Ocalan. Fondato da Ocalan nel 1978, il PKK conduce un'insurrezione nel sud-est della Turchia dal 1984. Il gruppo è considerato un'organizzazione terroristica dalla Turchia e dai suoi alleati occidentali. I precedenti tentativi di pace con il PKK si sono conclusi con un fallimento, l'ultimo nel 2015. Anche in mezzo agli ultimi sforzi di pace, il governo di Erdogan ha ampliato la repressione dell'opposizione, arrestando giornalisti e politici. Il partito DEM ha dichiarato che i sette membri della delegazione stavano tornando a Istanbul dall'isola di Imrali, nel Mar di Marmara, dopo essersi incontrati con Ocalan. I funzionari hanno incontrato anche Selahattin Demirtas, un ex leader del partito filocurdo incarcerato, e si sono recati in Iraq per colloqui con i leader curdi.
Restano però incertezze sulla chiarezza del messaggio di Ocalan, noto per comunicazioni lunghe e dall’interpretazione ambigua. Due alti funzionari turchi hanno ipotizzato che la dichiarazione possa essere diffusa attraverso un video, nonostante il ministro della Giustizia Yilmaz Tunc avesse in precedenza escluso un intervento visivo. Una fonte vicina al dossier ha riferito a Middle East Eye che Ankara si aspetta in larga misura che il PKK accolga l’appello di Ocalan, sebbene alcune fazioni interne possano opporre resistenza. "Chiunque si rifiuterà di conformarsi sarà affrontato con tutta la potenza delle forze armate e della giustizia", ha dichiarato la fonte. "Ci aspettiamo che Ocalan solleciti il PKK a deporre le armi. Sarà un test fondamentale per valutare la reale volontà del gruppo di aderire al processo di pace", ha dichiarato nel fine settimana Efkan Ala, vicepresidente del Partito per la Giustizia e lo Sviluppo (AKP), ai media turchi.
I precedenti sforzi di pace con il Pkk si erano conclusi con un fallimento, l'ultimo nel 2015.
Anche nel mezzo degli ultimi sforzi di pace, il governo di Erdogan ha ampliato la repressione dell'opposizione. Diversi sindaci curdi eletti sono stati estromessi dall'incarico e sostituiti con funzionari nominati dallo Stato.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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