Bonus per incentivare i viaggi sostenibili: l'ultima trovata green

In Svizzera e nel Regno Unito le aziende concedono qualche giorno di ferie in più se si va in vacanza in treno o con mezzi "green". Si viaggia per avere una "coscienza migliore" ed emettere meno Co2

Bonus per incentivare i viaggi sostenibili: l'ultima trovata green
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Viaggi in treno o con mezzi "green"? Potresti avere qualche giorno di ferie in più. È ciò che molte società stanno mettendo in atto nel Regno Unito e in Svizzera, al fine di assicurarsi la patente di aziende "eco-sostebili": due stati nei quali la narrazione radicale sui "cambiamenti climatici" ha particolarmente attecchito presso l'opinione pubblica. Sébastien Chahidi, dirigente presso B Lab Suisse, un’organizzazione non-profit con sede a Ginevra, ha raccontato la sua esperienza in merito sulla tv svizzera. Quest'anno, infatti, ha deciso di andare in vacanza a Londra e anzichè andare in aereo, raggiungendo la capitale britannica in poco più di un'ora, viaggerà in treno, partendo da Losanna. Scegliendo questo mezzo di trasporto anziché l'aereo, ha ottenuto un giorno di ferie supplementare, offerto dal suo datore di lavoro. Un modo per incentivare i viaggi "sostenibili".

Supplemento di ferie

Sébastien Chahidi è il primo impiegato della sua azienda ad approfittare di quest'offerta, disponibile una volta all'anno per viaggi di oltre 4 ore. Altri colleghi seguiranno le sue orme, per andare in Norvegia, a Berlino o addirittura in Sardegna, in barca a vela. "Questo mi consentirà di godere di un'esperienza di viaggio decisamente migliore. Ho molto tempo per leggere, parlare con gli amici o guardare una serie. Ma mi porta anche ad avere una coscienza migliore. Perché il treno emette 30 volte meno CO2", ha spiegato alla tv di stato svizzera. Il viaggio in treno Losanna-Londra dura circa sei ore, con un cambio a Parigi. "In aereo non avrei impiegato molto meno tempo", dice. Prezzo complessivo: 180 franchi, andata e ritorno, pari a 185 euro.

Quest'iniziativa prende il nome di Climate Perks, ed è nata nel Regno Unito. Avviata nel 2020, premia i dipendenti che fanno scelte più eco-sostenibili. Una rete inizialmente formata da una manciata di aziende, che ora conta su circa 200 società aderenti. Treno, bicicletta, barca a vela non importa: l'importante è scegliere mezzi di trasporto a basse emissioni. Dunque non l'automobile o l'aereo. Si tratta a sua volta di un proggetto supportato da "Possible", un ente no-profit che diffonde l'ideologia green ed è a sua volta finanziata da una serie di fondazioni ed enti "filantropici", come Esmée Fairbairn Foundation, Generation Foundation, Joseph Rowntree Charitable Trust, Foundation for Integrated Transport, Marmot Charitable Trust, Kenneth Miller Trust, Cobb Charity, Chapman Charitable Trust, Hamamelis Trust, Nesta, Patagonia e Ben & Jerry's.

Emissioni zero entro il 2050

Per le autorità svizzera la responsabilità dei cambiamenti climatici è chiara: è colpa dell'uomo. Come riporta Meteo Svizzera, infatti, i processi e le interazioni che regolano il sistema climatico sono oggi chiari: "l’effetto serra riveste un ruolo centrale. L’emissione dei gas a effetto serra prodotti dalle attività umane aumenta l’effetto serra naturale, portando a un maggiore apporto di energia termica all’atmosfera". Tutto il riscaldamento osservato dall’inizio dell’industrializzazione "può essenzialmente essere ricondotto alle attività umane".

Lo scorso giugno, il popolo svizzero ha votato "sì" a una nuova legge sul clima che consentirà al Paese di ridurre a zero le emissioni Co2 entro il 2050. Il 18 giugno, una maggioranza del 59% degli elettori ha approvato la legge sugli obiettivi di protezione del clima, l'innovazione e il rafforzamento della sicurezza energetica. Il governo federale afferma che "questi combustibili fossili non saranno disponibili all'infinito e gravano pesantemente sul clima. Per ridurre l'inquinamento ambientale e la dipendenza da altri Paesi, il Consiglio federale e il Parlamento vogliono ridurre il consumo di petrolio e gas".

Il tema, tuttavia, sta polarizzando sempre di più il dibattito politico.

L'Unione Democratica di Centro (Svp), il più grande partito del Paese con il 27% dei consensi secondo gli ultimi sondaggi, ha guidato il fronte del "no", accusando i verdi di voler attuare politiche anti-svizzere e contro la libertà, e sottolineando come la crisi energetica europea sia una prova del fatto che la decarbonizzazione è impraticabile e dannosa per la gente comune. Idee che, a giudicare dai consensi del partito, stanno diventando sempre più popolari anche nella Svizzera "green".

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