La Germania foraggia l'invasione: pioggia di soldi sulla Sea Watch

Il Bundestag pronto ad approvare uno stanziamento triennale a favore delle Ong che gestiscono la nave Sea Watch 5

La Germania foraggia l'invasione: pioggia di soldi sulla Sea Watch

L'immagine di una Germania che sostiene l'Italia nel braccio di ferro con Parigi è stata smentita nel giro di 48 ore. Se da un lato Berlino ha risposto picche all'invito della Francia di boicottare gli accordi presi in sede Ue lo scorso giugno e non farsi carico di 3.500 migranti da redistribuire, dall'altro però il parlamento tedesco è pronto a votare per l'erogazione di due milioni di euro all'anno a favore dell'Ong tedesca United4rescue.

Si tratta, per intenderci, dell'Ong che a breve porterà nel Mediterraneo centrale la Sea Watch 5, una delle più grandi navi per il soccorso di migranti. E che adesso potrà beneficiare dei contributi pubblici tedeschi.

I soldi stanziati a favore delle Ong

Anche a Berlino è tempo di finanziaria. È la prima per la coalizione semaforo, quella che vede alleati Spd, Verdi e Liberali a sostegno del cancelliere Olaf Scholz. Come sottolineato da Repubblica, nella commissione bilancio del Bundestag, la camera bassa del parlamento tedesco, la maggioranza ha deciso di inserire tra le spese anche un finanziamento di due milioni di Euro per i prossimi tre anni a United4rescue.

Dal 2023 al 2026 l'alleanza creata nel 2019 e che vede la Chiesa Evangelica di Germania quale capofila, potrà quindi beneficiare dei fondi messi a disposizione dalla nuova finanziaria. Appare infatti scontata l'approvazione dell'emendamento anche nella prossima seduta plenaria del Bundestag.

Le Ong ovviamente hanno già iniziato a esultare. Al pari dei loro principali sponsor. “È un segnale politico forte – hanno detto in una nota i responsabili di United4rescue – ed è una spinta importante in tempi difficili”.

Del resto, mantenere la Sea Watch 5 in mare non sarà in effetti molto semplice. La nave è costata parecchio e parecchio costerà anche l'ordinaria manutenzione. Un contributo pubblico era forse quello che il mondo delle Ong tedesche sperava da tempo.

Una questione politica

I due milioni di Euro che il parlamento di Berlino si appresta ad approvare, a ben vedere, non saranno nemmeno così decisivi per le attività di Sea Watch 5. Tra donazioni private e stanziamenti di altre associazioni, i bilanci delle Ong sforano vanno di gran lunga oltre i due milioni promessi dal Bundestag.

Il vero dato da sottolineare è quello politico. Stanziare fondi per le navi in attività nel Mediterraneo centrale vuol dire appoggiare politicamente, prima ancora che economicamente, le Ong. Un'immagine che stride pesantemente con quella di una Germania impegnata a dare solidarietà all'Italia e pronta a contribuire accogliendo i migranti redistribuiti.

Certo, dalle parti della maggioranza semaforo hanno tenuto a precisare che la tempistica del finanziamento non è collegata all'attuale braccio di ferro tra Roma e le Ong. A spiegarlo su Repubblica è Lars Castellucci, responsabile per le politiche migratorie dell'Spd. “Il tempismo non ha assolutamente nulla a che vedere – ha detto – con la situazione attuale in Italia”. E in effetti è vero: come detto, in Germania come nel Bel Paese è tempo di finanziaria ed è questo il momento per decidere come spendere i soldi.

C'è però un passaggio nelle dichiarazioni rilasciate da Lars Castellucci che ben può descrivere l'idea politica dell'attuale governo di Berlino sull'immigrazione. “Le missioni private – si legge nell'intervista – dovrebbero diventare superflue”. Vale a dire che il Bundestag sta riconoscendo alle operazioni delle Ong un valore importante, quello di sostituirsi provvisoriamente agli Stati e all'Europa. Il senso è chiaro: finanziare adesso le Ong in attesa di far tornare in mare nuovamente le navi militari.

Ma in che modo? “Attraverso una missione sostenuta e finanziata dalla Ue, che combatta allo stesso tempo i trafficanti, esattamente come avveniva ai tempi di Mare Nostrum”, ha aggiunto Lars Castellucci.

Ossia la stessa missione in cui, una volta soccorsi i migranti, poi le navi facevano rotta verso l'Italia. Comunque la si voglia vedere, appare evidente che la Germania non sembra intenzionata a discostarsi dall'attuale status quo: o con le navi private o con le missioni degli Stati, i migranti secondo Berlino devono sbarcare nei porti italiani.

Forse l'unico punto di convergenza tra

l'attuale governo tedesco e l'attuale esecutivo italiano è dato da quel riferimento della stessa Castellucci alla “lotta ai trafficanti”. Lo stesso principio enunciato da Giorgia Meloni in parlamento nei giorni scorsi.

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