La sinistra perde perché non ha idee

I risultati elettorali impongono una riflessione: la sinistra ciarla di aria fritta

La sinistra perde perché non ha idee

Caro direttore Feltri,
come si spiega il successo della estrema destra di Le Pen in Francia? E il crollo di Macron? Non si era mai visto nella storia della Quinta Repubblica un fatto simile: l'ultradestra che si piazza a un passo dal potere. Si diceva che fosse impossibile che accadesse, invece è avvenuto. Gradirei una sua analisi. Grazie.
Tommaso Bianco

Caro Tommaso,
è molto da sinistra definire estrema destra la destra che vince sia in Italia che in Francia e questa prassi rientra nel costume ormai consolidato dei progressisti i quali ricorrono alla strategia della tensione, ovvero cercano di alimentare la paura in riferimento ad una eventuale vittoria alle urne dei partiti antagonisti, per dissuadere i cittadini dall'intenzione di votare a favore dei conservatori. Insomma, come già ho avuto modo di spiegare, la sinistra attraversa una fase di profonda crisi di valori e di identità, una crisi senza precedenti, mancano idee e programmi e ci si accartoccia sempre sull'ecologismo con proposte e provvedimenti addirittura grotteschi. La distanza dalla gente si è aperta a forbice e ora c'è addirittura un abisso tra la popolazione e i partiti di sinistra. Versando in questo vuoto cosmico di argomenti, sarebbe opportuno trovarne di nuovi, invece, questa sinistra pigra, stanca, appiattita, ancorata al passato remoto, inutilmente polemica, moralista, predilige demolire l'avversario dipingendolo a tinte fosche anziché costruire una propria personalità e una alternativa valida. Ed ecco che, nella narrazione strumentale dei sedicenti democratici, i conservatori diventano fascisti, soggetti pericolosi i quali, una volta al potere, soffocheranno ogni libertà, distruggeranno la democrazia, calpesteranno i diritti costituzionali, perseguiteranno le minoranze, favoriranno i conflitti e azzopperanno pure l'economia, riducendoci tutti alla fame, in quanto sono irrimediabilmente ignoranti e bruti, incapaci di governare. Ma, vedi, Tommaso, questo racconto suona ormai alle orecchie degli elettori, non soltanto italiani o francesi ma direi europei e anche statunitensi, alla stregua di una barzelletta. Non produce quell'effetto che forse un tempo produceva, ossia non funge da dissuasore, bensì persuade ancora di più i cittadini a votare a destra, in quanto la sinistra, aspirante incantatrice di serpenti, non fa altro che ciarlare di aria fritta. I veri nostalgici non sono i presunti fascisti, ma i progressisti che ci ammorbano con l'allarme fascismo e sanno solo cantare «Bella ciao». Come si può affidare la guida di un Paese a individui tanto gonfi di arroganza, inconcludenti, ripetitivi, antiquati? Macron ha imbastito la campagna elettorale sul pericolo dell'ondata fascista e ha clamorosamente perso. Ne ha tratto vantaggio Marine Le Pen, la quale, a mio avviso, è stata agevolata anche dal buon governo di Giorgia Meloni in Italia. La premier italiana ha dimostrato che una donna può fare più e meglio di un uomo, come confermano i dati, l'economia non è crollata, piuttosto si è espansa, l'occupazione continua a crescere da quando Meloni è a Palazzo Chigi, la nostra credibilità internazionale è cresciuta, grazie alla attività diplomatica condotta da Meloni in modo infaticabile, seguendo un suo schema, perseguendo obiettivi chiari, gli italiani stanno meglio di prima, tanto che alle recentissime elezioni europee hanno confermato la fiducia verso Meloni, fiducia che aumenta. La morte delle libertà? L'instaurazione del fascismo paventata dalla sinistra? La marcia su Roma? Non è avvenuto nulla di tutto questo. Io credo che i francesi, guardando all'Italia, si siano convinti ancora di più, che la tanto temuta ondata nera è una colossale stronzata inventata dai radical-chic, i quali si illudono di potere ingannare le masse.

L'insofferenza nei confronti della democrazia e delle sue regole non è caratteristica di destra, bensì di sinistra. Basti considerare quello che è avvenuto in Francia non appena è emerso che Le Pen era in vantaggio rispetto alla sinistra e a Macron, arrivando al 34%. Gli antidemocratici, ossia i progressisti, sono scesi in piazza e sulle strade per contestare il voto dei cittadini francesi e non si sono mica limitati ad esprimere disappunto, macché, con la consueta violenza squadrista dei rossi hanno spaccato vetrine e tutto quello che capitava a tiro. Questo sì che è un atteggiamento fascista. Insomma, hanno dato il via ad una vera e propria guerriglia urbana dicendosi preoccupati per il futuro della democrazia. Lo vedi il controsenso gigantesco? Temono il fascismo e quindi lo realizzano. Finché la sinistra non cambierà registro, innovandosi e avvicinandosi al popolo sovrano, al quale deve porgere l'orecchio, la destra sarà destinata a trionfare ovunque.

I repubblicani il prossimo novembre stravinceranno anche negli Usa, dove i dem stanno utilizzando la medesima strategia fallimentare usata dalla sinistra francese come da quella italiana: prospettare la catastrofe mondiale nel caso in cui gli elettori scelgano di votare a destra. Un film fantascientifico che non impressiona più nessuno.

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