Cresce la pressione su Joe Biden, e per il presidente americano si prospetta un fine settimana del 4 luglio infuocato. Secondo il New York Times il comandante in capo ha ammesso per la prima volta con uno dei suoi alleati più importanti che sta valutando se continuare o meno la corsa per la rielezione, dicendosi consapevole che potrebbe non essere in grado di salvare la sua candidatura se non convincerà il pubblico di essere idoneo per l'incarico. Una ricostruzione smentita nel giro di pochi minuti dal portavoce della Casa Bianca Andrew Bates, per cui l'articolo è «assolutamente falso». «Se il Nyt ci avesse concesso più di sette minuti per commentare lo avremmo detto», ha scritto su X. La fonte del giornale, invece, ha riferito che il presidente, pur essendo ancora profondamente impegnato nella lotta per la rielezione, sa che le apparizioni nel fine settimana - inclusa l'intervista con Abc News - devono andare bene. Anche le fonti citate dalla Cnn confermano che Biden ha ammesso in privato come i prossimi giorni saranno cruciali per capire se è in grado di salvare la candidatura.
D'altronde anche l'ex presidente Barack Obama ha riconosciuto che la strada già difficile del suo ex vice per conquistare un altro mandato è divenuta ancora più impegnativa dopo la deludente performance al dibattito contro Donald Trump. Come ha riferito il Washington Post, Obama ha parlato con Biden dopo il confronto tv e gli ha offerto il suo sostegno. Intanto sta crescendo la frangia ostile all'interno del partito democratico, e almeno 25 deputati sarebbero pronti a chiedere al candidato in pectore di farsi da parte in caso di altri passi falsi. Dopo i dubbi di Nancy Pelosi, il deputato del Texas Lloyd Doggett è stato il primo a dire che Biden «dovrebbe prendere la dolorosa e difficile decisione di ritirarsi». E il collega centrista del Maine, Jared Golden, ha spiegato che la «scarsa prestazione» nel dibattito «non è stata una sorpresa», e pertanto ora più che mai deve fare un passo indietro. Anche l'ex ministro per l'edilizia di Obama Julián Castro ha detto che dovrebbe «assolutamente» abbandonare. Per Biden, invece, la colpa della debacle di giovedì scorso è della stanchezza per i ripetuti viaggi oltreoceano. «Non sono stato intelligente. Ho deciso di viaggiare intorno al mondo un paio di volte poco prima del dibattito per non so quanti fusi orari, credo almeno 15... Non ho ascoltato il mio staff... E poi mi sono quasi addormentato sul palco», ha detto ad una raccolta fondi in Virginia, aggiungendo: «Non è una scusa ma una spiegazione».
Ieri il comandante in capo ha incontrato i governatori dem, alcuni di persona e altri in remoto, per tentare di tranquillizzarli e, in alcuni casi, ricucire. Il governatore del Minnesota Tim Walz, ad esempio, ha condiviso lo stupore e la frustrazione di alcuni suoi colleghi per non essere stati contattati dallo stesso Biden all'indomani del duello tv. Mentre Gavin Newsom della California - considerato uno dei papabili sostituti in caso di ritiro - è volato a Washington per partecipare all'incontro di persona e «stare al fianco del presidente».
Intanto, secondo quanto rivelato a Reuters da sette fonti della campagna di Biden, della Casa Bianca e del Comitato Nazionale Repubblicano, la numero due Kamala Harris è la migliore alternativa nel caso in cui il presidente decidesse di non proseguire la corsa (anche perché erediterebbe i fondi raccolti e la rete della sua campagna).
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.