Meloni sente Zelensky: "Sostegno per una pace giusta"

Il presidente del Consiglio ha ribadito che l'Italia vuole raggiungere una pace giusta. Il leader di Kiev ha ringraziato, elogiando la "forte leadership" del nostro Paese

Meloni sente Zelensky: "Sostegno per una pace giusta"
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Nonostante la difficile congiuntura internazionale, il supporto dell’Italia all’Ucraina rimane invariato. Il presidente del Consiglio Giorgia Meloni lo ha ribadito nel corso di una telefonata con Volodymyr Zelensky, in cui la premier “ha confermato il continuo sostegno a tutto campo del governo italiano alle autorità ucraine con l’obiettivo di raggiungere una pace giusta, duratura e complessiva”.

Il colloquio tra i due leader è stato un seguito dell’incontro di ottobre a Granada, a margine del vertice della Comunità politica europea. Nel corso della telefonata, il presidente ucraino ha espresso la sua “gratitudine per il forte sostegno” che il nostro Paese continua a dimostrare. Zelensky ha sottolineato che “l’Italia sta dimostrando una forte leadership e prevedo che la sua presidenza del G7 nel 2024 produrrà risultati ancora più importanti”. In un post su X, il leader di Kiev ha spiegato di aver discusso con Meloni di cooperazione in materia di difesa, delle garanzie di sicurezza bilaterali e della necessità di “accelerare l'adozione del 12° pacchetto di sanzioni dell'Ue contro la Russia”. Zelensky ha affermato di aver anche ringraziato l’Italia per il suo sostegno alla Peace Formula e di aver inviato il presidente del Consiglio al secondo summit “Grano dall’Ucraina”.

La riconferma del sostegno del nostro Paese è particolarmente importante per Kiev, in un momento in cui l’attenzione degli alleati occidentali per la guerra contro la Russia è sensibilmente calata e le industrie belliche dei Paesi Nato non sono riuscite a rispettare le promesse fatte al governo ucraino. Martedì 14 novembre, il ministro della Difesa tedesco Boris Pistorius ha dichiarato che l’Unione europea non riuscirà ad inviare a Kiev il milione di razzi e proiettili d’artiglieria promessi a marzo 2023, perché la produzione dei 27 non è in grado di stare al passo con le richieste sempre più pressanti degli ucraini.

Anche la situazione sul campo non sembra volgere in favore dell’esercito di Zelensky. La pressione russa sulla città di Avdiivka, caposaldo della difesa nell’oblast di Donetsk, si è fatta sempre più forte e alle truppe di Mosca mancano pochi chilometri di terreno per chiude la tenaglia attorno ai soldati rimasti a presidio del centro urbano. Attorno a Bakhmut, le forze del Cremlino hanno annullato tutti i guadagni fatti dagli ucraini durante la controffensiva, riconquistando le posizioni perse nei mesi estivi.

Zelensky ha dichiarato che presto vi sarà una svolta nel conflitto e che il 2024 “sarà l’anno decisivo”, ma la spaccatura tra il presidente e le sue alte sfere militari è sempre più evidente, mentre la guerra si è ormai ridotta ad un sanguinoso stallo in cui la Russia, grazie alle sue risorse virtualmente infinite, gode di un grande vantaggio.

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