La guerra in Ucraina si è ormai ridotta a un estenuante conflitto di posizione, che in molti hanno paragonato alla Prima guerra mondiale. Il blocco occidentale è sempre più stanco e da più parti iniziano a sollevarsi voci che chiedono una soluzione di compromesso. Tra queste, l’ex segretario generale della Nato Anders Fogh Rasmussen, che ha avanzato la proposta di un’adesione del Paese all’Alleanza atlantica senza i territori occupati dalla Russia.
Il politico danese ha lavorato a lungo al fianco di Andriy Yermak, consigliere del presidente Volodymyr Zelenesky, in particolare in vista del vertice di Vilnius del luglio 2023, che si è concluso senza alcun invito all’adesione dell’Ucraina, e del summit per il 75esimo anniversario dell’Alleanza previsto per l’estate del 2024 a Washington, durante il quale il futuro del Paese invaso sarà uno dei temi principali.
Secondo Rasmussen, l’idea dell’Alleanza di estendere un invito a Kiev quando le condizioni lo permetteranno non è più applicabile, poiché vi è un’impellente necessità di ristrutturare tutta l’architettura della difesa in Europa. L’ex segretario generale, inoltre, ha espresso la convinzione che l’ingresso di un’Ucraina mutilata nel blocco a guida Usa non congelerebbe il conflitto. Il principio di difesa collettiva espresso dall’articolo 5, infatti, impedirebbe alla Russia di condurre nuove operazioni militari nei territori di Kiev. Rasmussen ha affermato che sarebbe anche un segnale forte, perché dimostrerebbe che Mosca non può impedire al Paese di unirsi all’Alleanza.
“Dobbiamo renderci conto che le zone grigie oggi sono zone di pericolo”, ha sottolineato il politico danese. “La neutralità come intesa nel vecchio mondo non esiste più. Le zone grigie diventano per Putin una tentazione ad attaccare. Inoltre, l'esercito ucraino è oggi il più preparato nel continente e sarebbe una risorsa e un esempio per le altre potenze europee”.
La proposta di Rasmussen, però, si scontra con quello che il presidente Zelensky ha reso il principio fondante dello sforzo bellico ucraino: la liberazione di tutti i territori occupati. Le forze di Mosca, ad oggi, controllano circa un quinto della nazione invasa e la controffensiva di Kiev non è riuscita nel suo obiettivo di raggiungere il mar Nero e tagliare queste zone dai rifornimenti provenienti dalla Russia.
Accettare la proposta di Rasmussen sarebbe, per l’Ucraina, un’ammissione di sconfitta che il Paese, dopo quasi due anni, non si può permettere. È anche vero, però, che il supporto occidentale potrebbe calare progressivamente nel prossimo futuro, il che renderebbe impossibile a Kiev il proseguimento del conflitto.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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