Tutti gli attentati politici più famosi della storia

Dal presidente Usa John Fitzgerald Kennedy al premier giapponese Shinzo Abe sono numerosi gli uomini politici che hanno subito gravi attentati

John Kennedy prima dell'attentato
John Kennedy prima dell'attentato
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Non solo Donald Trump. Sono molti i leader politici che nel corso del '900 e dell'inizio del nuovo millennio hanno subìto degli attentati, talvolta perdendo la vita.

Quello del presidente John Fitzgerald Kennedy, ucciso a Dallas il 22 novembre 1963, è l'assassinio che è rimasto più impresso nella memoria collettiva. Suo fratello Robert, invece, perse la vita il 6 giugno 1968, sempre a causa di un attentato, nel bel mezzo della propria campagna elettorale. Gli Stati Uniti avevano già pianto la perdita violenta del loro presidente il 14 aprile 1865, quando Abraham Lincoln, colui che aveva vinto la guerra di Secessione, venne ucciso mentre assisteva a uno spettacolo al Ford's Theatre di Washington. L'ultimo presidente americano che subì un attentato è Ronald Reagan nel 1981: rimase gravemente ferito.

L'attentato che causò la morte dell'arciduca Francesco Ferdinando, erede al trono dell'impero austriaco, avvenuta il 28 giugno 1914 a Sarajevo, è universalmente descritto come la "miccia" che diede il via alla Prima guerra mondiale. L'omicidio più recente, invece, è quello di Shinzo Abe, ex primo ministro giapponese ucciso nel luglio 2022 mentre partecipava a un evento elettorale.

Un altro celebre attentato è quello che ha avuto come vittima il primo ministro israeliano, il laburista Yitzhak Rabin, ucciso il 4 novembre 1995 al termine di una manifestazione in supporto agli accordi di Oslo. Mahatma Gandhi, padre della non-violenza e fautore dell'indipendenza dell'India dall'impero britannico, muore il 30 gennaio 1948 con tre colpi di pistola partiti dalla mano di un fanatico indù radicale.

Nel 1981 l'Egitto fu teatro dell'uccisione dell'allora presidente Anwar al-Sadat, assassinato mentre assisteva alla parata militare per ricordare l'inizio della guerra del Kippur contro Israele del 1973. Anche la mite Svezia, il 28 febbraio 1986, fu sconvolta dall'attentato in cui perse la vita l'allora premier socialista Olof Palme, colpito mentre tornava a casa con sua moglie dal cinema.

Negli ultimi anni si sono susseguiti una serie di attentati in cui le vittime non hanno perso la propria vita. Nel settembre del 2018 Jair Bolsonaro, all'epoca candidato di estrema destra alla presidenza del Brasile, fu accoltellato da un uomo di 40 anni che disse di aver agito "per ordine di Dio" mentre salutava la folla a Minas Gerais. Sempre nel 2018, il 4 agosto, il presidente del Venezuela Nicolas Maduro fu attaccato da alcuni droni mentre partecipava a una cerimonia militare a Caracas, ma ne uscì illeso.

Nel giugno 2018 la sorte fu clemente anche con l'allora presidente dello Zimbabwe, Emmerson Mnangagwa a Bulawayo, bersaglio di un'esplosione che causò la morte di diverse persone che avevano appena finito di assistere a un suo comizio elettorale. Il primo settembre 2022 la vicepresidente argentina Cristina Kirchner è vittima di un attentato sotto casa sua a Buenos Aires, ma fortunatamente il colpo di pistola che partì a distanza di un metro da lei non esplose, mentre nel novembre dello stesso anno l'allora premier pachistano Imran Khan scampa rimane soltanto derito a una gamba. Ebbe un destino decisamente diverso Benazir Bhutto, due volte premier del Pakistan, vittima di due attentati di cui l'ultimo nel 2007 quando la donna perse la vita a seguito di un attacco suicido che causò la morte di altre persone. Il 7 luglio del 2021, invece, è il presidente di Haiti Jovenel Moise ad essere ucciso a casa sua a Port-au-Prince da un commando armato composto da 28 uomini.

L'attentato più

recente in Europa è indubbiamente quello che ha riguardato il premier slovacco Robert Fico che il 15 maggio del 2024 è stato colpito da 4 pallottole da un uomo di 71 anni al termine di una riunione di governo.

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