A Emilia Morosini
Gentilissima, da mano gentilissima ho ricevuto la sua gentilissima né quella gentilissima sapeva che mi scriveva una mano pure gentilissima...: una battuta d'aspetto e una corona a tutti questi gentilissima, perché non so più come andare avanti. Lei crederà che io sia di buon umore; no, no, sono arrabbiato, stralunato, con una faccia lunga due braccia, ho il diavolo addosso, né so il perché. Sarà perché sono lontano da Milano. Oh Milano! Milano!...
Sono stato a Bologna per cinque sei giorni... sono stato a visitare Rossini il quale mi ha accolto assai gentilmente e l'accoglienza mi è parsa sincera. Comunque sia io ne sono stato contentissimo. Quando penso che Rossini è la reputazione mondiale vivente, io mi ammazzerei e con me tutti gli imbecilli... Oh, è una gran cosa essere Rossini!...
Io sono sempre tenero, appassionato, ardente, mezzo morto per Lei.
Mille cose a quella gentilissima, amabilissima, adorabilissima
Annetta, anche a quella cattivella di Carolina; niente a Peppina, non voglio sentirne parlare...A Lei quante cose vorrei dire!... Un tenerissimo addio. Sarò a Milano, se il diavolo non ci mette le corna, da qui a otto giorni.
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